Era stata accusata di aver rubato energia, adesso è stata assolta

L'avvocato Manlio Di Miceli

A pronunciarsi in favore di Rosa Ingrassia il piemme Nicola Aiello

MONREALE, 3 giugno – Tre anni fa era stata accusata di aver manomesso il contatore di casa sua per rubare energia elettrica. Adesso, invece, dopo una lunga vicenda giudiziaria, è stata assolta con formula piena per non avere commesso il fatto. È la vince dalla signora Rosa Ingrassia, residente in Via Strada Vicinale S. Martino, a Monreale.

A dare ragioni alle istanze della donna il Gip Nicola Aiello, che, applicando l’articolo 530 del codice penale, ha accolto le tesi difensive dell’avvocato Manlio Di Miceli (nella foto), che ha dimostrato in sede processuale la totale estraneità della sua assistita.
La vicenda trae origine nel novembre 2014, quando presso la via Vicinale San Martino, ove risiedeva la signora Ingrassia gli operatori Enel, insieme ai carabinieri di Monreale effettuavano tutta una serie di controlli nei contatori della zona. In quello appartenente alla donna veniva appurata l’esistenza di un allaccio abusivo alla presa di alimentazione del contatore. Da lì cominciavano i guai per la donna, che veniva denunciata e gli atti, pertanto, tramessi alla Procura della Repubblica.

Quest’ultima, effettuate le indagini di rito, imputava alla Ingrassia di aver, con violenza sulle cose, effettuato un allaccio diretto alla rete Enel e di essersi impossessata, in qualità di persona intestataria ed utilizzatrice della relativa fornitura Enel, di un quantitativo imprecisato di energia elettrica. La Procura, inoltre, chiedeva al Gip Ferdinando Nicastro la condanna della signora Ingrassiaalla pena di 40 euro di multa e giorni 40 di reclusione, convertibili con decreto penale di condanna alla pena di 10.040 euro di multa.
Nel luglio 2015 il Gip emetteva il decreto penale di condanna richiesto dal piemme. Frattanto l’Enel ingiungeva alla donna il pagamento della somma di 5.000 euro per il ricupero di 13.000 Kwh. La fase successiva della vicenda giudiziaria, però, sorrideva alla signora Ingrassia, anche perché l’avvocato Di Miceli riusciva a produrre ulteriori documenti probatori. Il Gip quindi, nonostante il parere del piemme, che chiedeva la condanna ad un anno di reclusione ed 400 euro di multa, dopo essersi ritirato, emetteva la sentenza assolvendo con formula piena la signora Ingrassia per non aver commesso il fatto.