I fondi non sono pignorabili, l’Amat non potrà intascare i soldi del Comune

L'avvocato Mimmo Rizzuto

L’azienda richiedeva 700 mila euro: il tribunale le ha dato torto anche in appello

MONREALE, 15 febbraio - 700 mila euro che, almeno per il momento, rimangono nelle casse comunali e non si trasferiscono in quelle dell’Amat. Soldi richiesti dall’azienda trasporti per servizi resi circa vent’anni fa, per i quali aveva cercato di pignorare delle somme in possesso del Comune, ma che, come ha ribadito il tribunale d’appello, non possono essere “aggrediti”.

A pronunciarsi è stata la terza sezione civile del Tribunale di Palermo, presieduta da Michele Perriera (relatore Emma De Giacomo), che in appello ha confermato quanto era stato già stabilito in primo grado. E cioè che quella somma non può essere oggetto di pignoramento, poichè depositata presso le Poste. Ad avviso dei giudici, infatti, ad essere “aggredibili” sono soltanto i fondi depositati presso la tesoreria comunale dell’Unicredit, non quelli dei quali il Comune dispone presso altri istituti (in questo caso Poste Italiane). Nei prossimi giorni, frattanto, il tribunale si esprimerà sulla richiesta di sospensione che l’Amat ha avanzato in relazione al pagamento della somma cospicua di due milioni di euro al quale era stata condannata in appello (è in corso il giudizio in Cassazione).

“Con mia soddisfazione - afferma l’avvocato Mimmo Rizzuto, che ha patrocinato la causa per conto del Comune - anche la Corte d'Appello di Palermo, dopo il giudice di primo grado, ha accolto l’opposizione formulata nell’interesse del comune di Monreale avverso un illegittimo atto di pignoramento che l’Amat aveva azionato nei confronti dell’ente. Con tale affermazione giudiziale ho contribuito ad alleviare gli esiti economici dell’Ente ed auspico che anche il contenzioso ulteriore che lo stesso ente ha in corso con l’Amat, ed in specie il ricorso per Cassazione, relativo ad altro procedimento abbia esito positivo”.

Soddisfazione esprime anche il sindaco di Monreale, Piero Capizzi, dal momento che l’affermazione in questo contenzioso “sgrava” il Comune da un debito potenziale che era stato precauzionalmente inserito nel piano di riequilibrio pluriennale. “Si tratta di un ottimo risultato - sostiene il primo cittadino - che allevia l’esposizione del Comune considerato che le somme erano state inserite nel piano e che avremo dovuto pagare in caso di soccombenza”.