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La Corte d’Appello conferma: beni confiscati a Calcedonio Di Giovanni per cento milioni di euro

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Il primo pronunciamento era del Tribunale di Trapani nel 2016

PALERMO, 4 giugno – La Corte d’appello di Palermo conferma la decisione del tribunale di Trapani del 2016, avvenuta su proposta della Dia e dispone la confisca di beni per cento milioni di euro ai danni di Calcedonio Di Giovanni, imprenditore monrealese.

Questo perché, secondo il giudizio della Corte, l'imprenditore, dagli inizi degli anni Settanta, si sarebbe legato ai clan del mandamento di Mazara del Vallo per i quali avrebbe riciclato denaro sporco e costruito il complesso turistico Kartibubbo sul litorale di Campobello di Mazara.

In anni più recenti, l'uomo ha avuto accesso a rilevanti finanziamenti pubblici nazionali e comunitari. Le investigazioni della Dia avevano permesso di accertare l'esistenza di una palese situazione di sperequazione fra i redditi dichiarati dall'imprenditore e i beni accumulati negli anni. La confisca ha riguardato il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario: appartamenti, terreni, conti bancari e compendi aziendali tra cui un complesso turistico che al tempo ospitava anche ville in possesso di boss mafiosi.
E' stata confermata anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

Non occorre essere dei navigati sociologi o degli esperti psicologi per capire quale sia il sentimento comune che alberga, ormai da domenica scorsa, nel cuore di ogni monrealese.

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