Due commercianti monrealesi condannati in primo grado per lesioni, assolti in appello

L'accusa era di lesioni personali, ma per i giudici "il fatto non sussiste"

PALERMO, 7 dicembre – Due commercianti monrealesi, dopo essere stati condannati in primo grado, sono stati assolti in appello dall'accusa di lesioni personali, a distanza di sette anni dall'accaduto, "perché il fatto non sussiste".

I fatti risalgono al dicembre 2004, quando, a seguito di un diverbio accessosi tra i A.B. E A.G, titolari di un negozio di elettronica ed elettrodomestici di Monreale, e due clienti insoddisfatti, ben presto si era passati dalle parole ai fatti. I signori A.R.L. e G.A., acquirenti, chiedevano la sostituzione di un impianto stereo acquistato presso il negozio in questione, tuttavia a causa del rifiuto dei proprietari, nasceva una discussione dalla quale scaturiva un aggressione fisica che coinvolgeva i quattro soggetti.

A seguito della denuncia sporta da A.R.L. e G.A., A.B. e A.G. venivano processati e condannati in primo grado dal Giudice di Pace di Monreale, per il delitto di lesioni personali per aver colpito i due giovani con calci e pugni causando lesioni fisiche guaribili in 5 giorni alla pena di 300 di multa ciascuno, al pagamento delle spese processuali nonche' al risarcimento dei danni in favore delle parti civili. I difensori degli imputati, avvocati Salvino Caputo e Mario Caputo, in appello hanno sostenuto la totale estraneità dei propri assistiti e la carenza di prova in ondine alle gravi accuse contestate. Il giudice d'appello, ha disposto la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale, procedendo nuovamente all'escussione delle persone offese dalla quale scaturivano versioni contrastanti e rilevanti contraddizioni in relazione alla ricostruzione dei fatti.

Il tribunale,in accoglimento delle tesi difensive, emetteva sentenza con la quale riformando la pronuncia di primo grado, assolveva AG e AB con la piu' ampia formula liberatoria "perche' il fatto non sussiste". Gli avvocati Salvino Caputo e Mario Caputo, esprimono apprezzamento e soddisfazione per la pronuncia assolutoria che, dopo 7 anni di processo, rende giustizia ad un fatto che, se non grave, era comunque connotato da una pesante ed mendace accusa a carico di due onesti cittadini monrealesi.