Tramortì la fidanzata e le diede fuoco: Pietro Morreale condannato all'ergastolo

Roberta Siragusa, 17enne residente a Caccamo, fu uccisa nella notte tra il 23 e il 24 gennaio 2021. La sentenza arriva a quasi due anni dal femminicidio

PALERMO, 13 ottobre – Stordì la ragazza di soli 17 anni con cui intratteneva una relazione da circa un anno e mezzo, per poi cospargerla di benzina e darle fuoco mentre era ancora in vita: per questo, i giudici della Corte d'Assise di Palermo hanno condannato il 21enne Pietro Morreale all'ergastolo in primo grado per i reati di omicidio aggravato e occultamento di cadavere.

Il verdetto è arrivato dopo oltre undici ore di camera di consiglio. Un delitto efferato, quello che ha visto vittima la giovane Roberta Siragusa, ricostruito grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza distribuite tra alcune abitazioni di Caccamo; immagini che sono state mostrate in sede dibattimentale, e che secondo i togati del foro palermitano non lasciano alcun dubbio. Roberta fu data alle fiamme mentre ancora respirava: ciò era emerso nel corso dell'incidente probatorio tenutosi a fine maggio del 2021, dalla perizia del medico legale Alessio Asmundo.

Il corpo della ragazza venne rinvenuto presso il monte San Calogero la mattina del 24 gennaio dell'anno scorso, su indicazione di Morreale stesso. Nonostante le prove e l'emissione della sentenza, Morreale non ha ancora confessato: cercò di crearsi un alibi fin da subito, inviando messaggi alla vittima dopo averla già assassinata, e ha sempre affermato che la stessa si sia suicidata.

Roberta, su cui, secondo le testimonianze di alcune amiche, Morreale aveva già usato violenza in precedenza, avrebbe deciso più volte di troncare il rapporto. Le era mancato però il coraggio di farlo, a causa delle continue minacce di colui che successivamente ne sarebbe diventato l'assassino. A chiedere l'ergastolo per Pietro Morreale sono stati Ambrogio Cartosio, procuratore capo di Termini Imerese, nonché il sostituto Giacomo Barbata. La famiglia Siragusa, costituitasi parte civile nel procedimento penale, è assistita dai legali Giuseppe Canzone, Simona La Verde, Giovanni Castronovo e Sergio Burgio. Questo il commento della madre di Roberta, Iana Brancato, in merito alla decisione del tribunale: "Finalmente Roberta può riposare in pace".