Il comune vince in giudizio contro Farmafactoring spa e ''risparmia'' 24 mila euro

L'avvocato Andrea Rizzo

La banca chiedeva di includere la somma nella “massa passiva" successiva al dissesto finanziario

MONREALE, 30 maggio – Un po' di ossigeno per le casse del comune che non dovrà corrispondere la somma di 24.153 euro, oltre ad esosi interessi commerciali, ad Eni s.p.a. ed Eni gas e luce per forniture energetiche, il cui pagamento era stato richiesto dalle società.

 Arriva, infatti il pronunciamento della V sezione civile del Tribunale di Palermo, rappresentata dal giudice Claudia Turco Claudia, che ha estinto il procedimento iscritto da Banca Farmafactoring spa, quale cessionaria dei crediti che Eni asseriva di vantare contro il Comune di Monreale.

La banca lamentava la mancata inclusione del proprio credito (ulteropre rispetto ad altri già bocciati dal Tribunale) nella cosiddetta massa passiva del dissesto finanziario dell’Ente.
Di opposto avviso il Comune, ancora una volta rappresentato dall’avvocato Andrea Rizzo per comprovata esperienza in materia, che, costituendosi, ha immediatamente chiesto ed ottenuto, sulla scorta dei propri precedenti vittoriosi, la conversione del procedimento in ordinario e le garanzie del contraddittorio pieno.

Scelta azzeccata, perchè lo svolgimento dell’istruttoria ha indotto la Banca a desistere dalle proprie pretese ed al pagamento delle spese legali dell’Ente.
Dunque, per quinta volta non solo il Comune non dovrà versare quanto richiesto (in passato anche ingiunto) ma resterà indenne da spese di lite interamente sostenute da Banca Farmafactoring.
“La soddisfazione” – chiarisce l’avvocato Rizzo,al suo quinto patrocinio in vicende di questo tipo – deriva dall'avversa contezza del pronosticabile esito del giudizio sulla scorta dell'esaurita istruttoria; epilogo in linea con le altre cause da me vittoriosamente patrocinate, col supporto dell'Ufficio legale di Dino Miceli, per il Comune contro la medesima società quale cessionaria di crediti nei suoi confronti. È fondamentale che l'Ente faccia valere nel giudizio di merito le proprie ragioni”.