Arrestato, licenziato e processato per quattro anni: assolto monrealese

Per il giudice "non ha commesso il fatto"" 

PALERMO, 26 gennaio – Dopo un'indagine durata sette anni e un processo durato 4 anni il monrealese Francesco Lo Coco e' stato assolto unitamente agli altri 10 coimputati per non avere commesso il fatto.

Nel settembre del 2004 i militari della Guardia di Finanza notificarono a Lo Coco un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, per i reati di associazione per delinquere, finalizzata al furto di carburanti e alla evasione fiscale. Lo Coco, difeso dagli avvocati Salvino e Mario Caputo, nel corso dell'interrogatorio all'Ucciardone dichiarò la propria innocenza, dimostrando da tecnico l'impossibilita' per chiunque di procedere al furto dei carburanti attraverso la manomissione delle colonnine degli idrocarburi. Dopo 29 giorni in carcere subiva altri due mesi di arresti domiciliari e un lungo periodo di sottoposizione all'obbligo di firma presso gli uffici di Polizia.

Intanto veniva prima sospeso e poi successivamente licenziato con gravissime contestazioni. Nel corso del dibattimento, durato oltre 4 anni, i difensori di Lo Coco, con l'ausilio di perizie tecniche e con l'indicazione di numerose testimonianze, avevano dimostrato come la quantità di carburante che veniva immessa nei serbatoi dalle navi cisterna era uguale a quella inserita nelle colonnine di distribuzione e che la natura stessa degli impianti impediva qualsiasi sottrazione, che sarebbe stata, invece, accertata al minimo controllo. Anche le microspie inserite negli ambienti di lavoro e negli spogliatoi non avevano rilevato dai colloqui tra i presenti ipotesi di accordi delittuosi.

Nonostante questo, i tecnici dell'impianto avevano denunziato la sparizione di milioni di litri di carburante che sarebbe stato venduto in nero a trasportatori e aziende private, con immensi guadagni per lo stesso Lo Coco e altri imputati. Con l'impegno dei difensori è stato accertato non soltanto l'impossibilita' di trafugare il carburante, ma la circostanza che a causa di numerose perdite negli impianti questo finiva nelle basi della piattaforma o addirittura in mare, creando fenomeni di inquinamento , tra l'altro denunziato anche da Legambiente.

"Adesso attendiamo il deposito della sentenza – hanno affermato Salvino e Mario Caputo – per chiedere l'immediata revoca del licenziamento e il pagamento di tutte le spettanze comprese gli avanzamenti di carriera. Dopo il passaggio in giudicato della sentenza chiederemo allo Stato di risarcire Lo Coco per la ingiusta detenzione subita e per i danni morali e patrimoniali subiti. Eravamo certi della innocenza di Francesco Lo Coco – hanno concluso gli Avvocati Caputo – e la giustizia dopo una camera di consiglio durata oltre 11 ore ci ha dato ragione".