Gli scivoloni dei cittadini, quelli delle casse comunali: una donna cade, il comune paga 21 mila euro

Sono ancora le strade malmesse a pesare sul bilancio municipale

MONREALE, 16 dicembre – Quel tratto di strada è già pericoloso di suo, perché in forte pendenza. Figuriamoci se in quello vi è qualche buca o qualche disconnessione. Le probabilità che qualche passante ci rimetta la salute sono davvero alte.

Stavolta a provocare il classico ruzzolone a qualche sfortunato cittadino sono state le precarie condizioni di via XVI Marzo, traversa di via Venero, dalle parti di quella che i monrealesi conoscono come la “Maternità”.
È stato lì che P.C., una donna, allora 59enne, la mattina del 17 dicembre del 2020 è caduta rovinosamente a terra, ferendosi gravemente e provocandosi pure diverse fratture.

Ad occultare parzialmente una buca che allora si era formata in quel tratto, una di quelle contro cui il comune cerca di combattere con interventi a macchia di leopardo, c’era pure del fogliame, che ha trasformato quel luogo in una vera e propria trappola.
La donna, assieme a sua figlia transitava da lì, in discesa. Facile quindi, mettere il piede in fallo e cadere rovinosamente a terra. Detto, fatto. Con conseguenze assai negative per lei, che si conciò “per le feste” procurandosi, tra le altre cose, la tumefazione dello zigomo, la frattura della mascella e dell’omero. Patologie che costrinsero i medici a sottoporla ad un intervento chirurgico per l’inserimento di placche in titanio, che a tutt’oggi ancora porta.

Per il tribunale di Palermo, rappresentato dal giudice Angela Notaro, della terza sezione civile, non ci sono stati dubbi, perché la responsabilità relativa alle condizioni delle strade è in capo al comune e la donna, assistita in giudizio dall’avvocato Francesco Pepe (nella foto), doveva essere risarcita, nonostante il comune sostenesse l’infondatezza della domanda, in quanto il sinistro doveva ritenersi ascrivibile esclusivamente al comportamento distratto della danneggiata.
Con il giudizio le casse municipali sono state costrette a scucire 21.689,34 euro, oltre interessi legali ed oltre a 6.245 euro per spese di lite. Il risarcimento copre sia le spese mediche sostenute, che il danno biologico patito.