Non diffamò il Consiglio comunale di Carini, assolto Caputo

Per il giudice agì nell'esercizio del mandato parlamentare

PALERMO, 29 marzo – Il parlamentare che nell'esercizio delle sue funzioni esprime in atti ispettivi giudizi o valutazioni non è perseguibile ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione e dell'articolo 7 dello Statuto regionale siciliano.

Con questa motivazione il Giudice per la Udienza Preliminare di Palermo, Giuliano Pastiglia, al termine di una lunga camera di consiglio, accogliendo le richieste del difensore avvocato Francesca Fucaloro, ha assolto il deputato Regionale del Pdl Salvino Caputo, dal reato di diffamazione. I fatti risalgono al 2007, quando il deputato regionale Salvino Caputo, all’epoca presidente del gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale, aveva presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente della Regione e all’assessore regionale al Territorio ed Ambiente, in merito al Piano regolatore del Comune di Carini ed aveva sollevato il timore di condizionamenti da parte delle organizzazioni criminali sull’adozione di atti urbanistici. Episodi peraltro denunziati all’autorita’ giudiziaria civile e penale da parte di alcuni cittadini.

Il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Carini presento’ alla procura della Repubblica di Palermo, atto di querela per il reato di diffamazione aggravata dall’utilizzo di mezzi di comunicazione e per avere leso il prestigio del Corpo politico, nella fattispecie del Consiglio comunale di Carini. Il Parlamentare regionale, nel corso della fase di indagini preliminari durate quasi 4 anni, aveva dimostrato di non avere diffuso alcuna comunicazione alla stampa, ma di avere esercitato le prerogative parlamentari consistenti nelle attivita’ ispettive come interrogazioni, interpellanze e mozioni parlamentari.

Oltre che per gli interventi in Aula e per i voti espressi, prerogative tutelate dalla Carta Costituzionale e dallo Statuto Siciliano che consentono al Parlamentare di esprimere giudizi o chiedere ispezioni. Il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio per il reato di diffamazione aggravata. Il giudice invece dichiarava non luogo a procedere riconoscendo le prerogative del parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali. “Si tratta di una sentenza molto importante e che costituisce un precedente – ha affermato l’avvocato Francesca Fucaloro – perche riconosce al parlamentare regionale le stesse prerogative riservate ai membri del Parlamento nazionale, in sintonia con lo Statuto della Regione Sicilia”.