Riconosciuto da un imprenditore come estorsore: arrestato 48enne monrealese

Il provvedimento emesso dal Gip Ettore Contino, su richiesta del Pm Francesco Del Bene

PALERMO, 27 ottobre – Gli agenti della Polizia di Stato, appartenenti alla "Sezione Criminalità Organizzata" della Squadra Mobile di Palermo hanno tratto in arresto Francesco Sorrentino, 48enne pregiudicato monrealese.

L'uomo risulta responsabile del reato di estorsione continuata in concorso ed aggravata dai metodi mafiosi e dall'appartenenza a "Cosa Nostra", ai danni di un imprenditore edile. I poliziotti hanno così dato esecuzione ad un provvedimento di Custodia Cautelare in carcere emesso dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, Ettorina Contino su richiesta del P.M., Francesco Del Bene. Sorrentino, il 15 maggio del 2010, per altra vicenda, risulta essere stato già condannato per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

L'inchiesta odierna trae origine dagli sviluppi delle indagini svolte al fine di individuare i responsabili di alcuni atti intimidatori subiti da una impresa edile impegnata nella realizzazione dei lavori di ristrutturazione del Circolo del Tennis di Palermo. In particolare nell'ottobre del 2011, il gestore dell'impresa edile impegnata in quei lavori dichiarava di non aver ricevuto, nè lui, nè i suoi soci, alcuna richiesta estorsiva ed aggiungeva che solo per dei lavori effettuati nel Comune di Monreale, in passato, aveva subito tali richieste estorsive.

I fatti oggi contestati a Sorrentino risalgono al biennio 2007-08, quando, dicono gli investigatori, in nome e per conto di "Cosa Nostra" e, nello specifico della famiglia mafiosa di "Monreale", avvicinò un costruttore edile al quale era stata commissionata l'edificazione di una decina di villette proprio nel comune dell'hinterland palermitano.

Dinanzi al costruttore Sorrentino si lamentò significativamente del fatto che non soltanto i lavori di edificazione civile fossero stati commissionati a ditta non monrealese, ma che nessuna maestranza del luogo fosse stata interessata dai medesimi. Tale messaggio, emblematicamente mafioso e giunto a seguito del danneggiamento dell'escavatore di una ditta sub appaltatrice dei lavori, divenne ancor più diretto allorquando Sorrentino avrebbe chiesto all'imprenditore «10.000 euro quale regalo per i picciotti».

Del legame tra l'imprenditore estorto e "Cosa Nostra" tratta anche il contenuto di un pizzino ritrovato nel covo dei Lo Piccolo ed attribuito al boss Andrea Adamo (per Monreale- omissis-costruttore-sapere a chi da i soldi, o.k.).

La richiesta estorsiva fu parzialmente accolta dall'imprenditore che, in prima istanza affidò parte dei lavori ad una ditta monrealese e, qualche mese dopo, avrebbe versato poche migliaia di euro a Sorrentino. L'imprenditore che ha raccontato delle richieste estorsive ai poliziotti ha riconosciuto la foto di Sorrentino, mostratagli dagli agenti, quale quella del suo estorsore che è stato tratto in arresto e risulta, pertanto, attualmente recluso in carcere.

 

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