Sfruttamento della prostituzione minorile, le reazioni del mondo politico

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Unanimi lo sdegno e la necessità di un ritorno alla famiglia

MONREALE, 10 maggio - Anche il mondo politico, così come tutta la comunità monrealese, è rimasto fortemente scosso dai fatti di cronaca, riportati in questi giorni da Monreale News, che hanno visto l'arresto del presidente della banda musicale per presunto sfruttamento della prostituzione minorile.

Uno sdegno unanime, accentuato dal fatto che vittima di questa situazione sarebbe stato un minore e che, come sembrano lasciare intravedere le indagini, la vicenda riguarderebbe anche altri ragazzi, avvezzi a frequentare locali dove era possibile adescare clientela per rapporti sessuali a pagamento. “Condanno fortemente questi comportamenti che ledono la dignità di ogni uomo  - dice al riguardo il sindaco Filippo Di Matteo - e manifesto sdegno e sconcerto verso certi personaggi che vivono al di fuori dei comportamenti civili, sociali, morali e soprattutto umani”. Di Matteo, manifesta "piena fiducia nell'operato della magistratura, fraterna vicinanza alle eventuali vittime e ai familiari, rinnovata solidarietà alla cittadinanza che è rimasta fortemente scossa da quanto accaduto “Infine – ha concluso il sindaco - invito le famiglie e le istituzioni preposte a voler vigilare e se il caso denunciare eventuali casi dei quali dovessero essere a conoscenza”.

Parlando dell'episodio, invece, il vicepresidente della commissione Attività Produttive di Palazzo dei Normanni, Salvino Caputo dice che "rappresenta l’ennesimo segnale di una situazione di allarme sociale nei confronti di minori che deve imporre l'adozione di provvedimenti straordinari. per evitare una deriva sociale. Anche perche’ questa tragica vicenda arriva all’indomani della vasta operazione portata avanti dai Carabinieri di Monreale che ha portato alla luce un vasto giro di consumo di sostanze stupefacenti da parte di minori, anche davanti le scuole cittadine. Caputo ha chiesto all’Assessore regionale alla Famiglia Patrizia Valenti di istituire un osservatorio sul disagio minorile in Sicilia al fine di monitorare episodi di degrado socio economico delle famiglie e dei minori e per prevedere sostegni economici ai Comuni per investire nel settore delle politiche giovanili . “Servono politiche di inserimento al lavoro, di formazione professionale e di sostegno diretto ai nuclei familiari più deboli dal punto di vista della tenuta sociale e economica".

"Situazioni di questo tipo non possono essere taciute - osserva, inoltre, il presidente della Commissione Bilancio del Ars, Nino Dina - per il riflesso negativo che hanno sull'intera comunità. Questo momento di allarme fa capire come non ci siano zone franche che mettano al riparo da episodi del genere. L'attenzione deve essere alta e deve diventare prioritari il ruolo delle famiglie, che devo essere in grado di riprendere in mano la guida dei figli e vigilare. La comunità, al tempo stesso,  - conclude Dina - deve guardarsi al proprio interno per verificare l'eventuale esistenza di comportamenti anomali".

 "Si tratta di un episodio squallido, che si commenta da solo - afferma dal canto suo il deputato regionale Salvo Lo Giudice - Non ci si può  passare sopra ed occorrono pene esemplari. Tuttavia ritengo importante prestare una maggiore attenzione verso i figli, riportandoli ai valori di una volta, quelli della famiglia. Occorre vigilare anche nelle scuole per capire se esistano particolari situazioni di disagio. Da parte delle istituzioni sarebbero auspicabili investimenti più consistenti per il sociale e più attenzione verso queste problematiche".

 Sulla vicenda intervene pure il segretario cittadino del PD, Fabio Ganci: "La notizia ha sconvolto la cittadinanza di Monreale. I fatti sono stati resi noti in seguito alla denuncia di uno dei giovani coinvolti che, alla presenza di un genitore, ha raccontato l'accaduto alle forze dell'ordine. Ci preme pertanto ringraziare le forze dell'ordine per il loro prezioso e solerte intervento e per aver dimostrato che bisogna abbattere il muro di silenzio e di omertà e dimostrare di avere fiducia nelle forze dell'ordine e nelle istituzioni, denunciando ogni abuso, sopruso e forma di illegalità.  Questa obbrobriosa storia - conclude Ganci - sollecita soprattutto la necessità di un controllo sinergico tra la società civile e la chiesa con l’auspicio che tra di esse si possa instaurare una sempre più proficua collaborazione".