Nessun rimborso all'ospedale Cervello, il Comune risparmia 85 mila euro

Fondamentale un parere del Ministero dell'Interno

MONREALE, 18 luglio - Non spetta il rimborso alle aziende sanitarie per l'espletamento della funzione di consigliere comunale esercitata dai dipendenti delle stesse, stante la natura sostanzialmente pubblica e non economica delle aziende sanitarie.

È quanto ha stabilito il Tribunale di Palermo con Sentenza del 15 luglio scorso nella causa intentata dall'azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello contro il Comune di Monreale, per i rimborsi scaturenti dalle assenze del consigliere Comunale Francesco Barna, per un importo di circa 85.000 euro.

Difeso dall'avvocato Gioacchino Scorsone, il Comune di Monreale si è visto riconoscere la legittimità dell'operato del dirigente dell'area affari generali Giancarlo Li Vecchi il quale, supportato da un parere del Ministero dell'Interno, si era rifiutato di corrispondere all'azienda ospedaliera Villa Sofia, nonostante le reiterate richieste, i rimborsi inerenti alle effettive assenze del consigliere Barna, contemporaneamente impegnato in compiti istituzionali.

Il Tribunale ha rimarcato il fatto che "la riconosciuta imprenditorialità dell'attività dell'azienda attiene più che altro ai "mezzi" ed ai "criteri" con i quali viene organizzata l'attività sanitaria,ma ciò non appare in contrasto con la natura pubblica dell'Ente, consistendo tale "imprenditorialità" in una ricerca di efficienza e contenimento dei costi e non anche in un cambio della natura giuridica dell'ente che resta connotato dai suoi fini pubblicistici.
Viva soddisfazione da parte del Sindaco Capizzi il quale, nel sottolineare la professionalità dell'avvocato Scorsone e del dirigente Li Vecchi, ha rimarcato l'importanza del principio stabilito dal Tribunale di Palermo su una materia spesso oggetto di diverse opinioni dottrinali.