Mio padre, vittima di quel terremoto. Da allora solo porte in faccia...

Parla Mirko Lima, figlio di Santo, deceduto quel 6 settembre 2002

MONREALE, 7 settembre - Santo Lima era un uomo di 48 anni, che viveva per la sua famiglia, facendo il cameriere presso la pizzeria Guglielmo. La sua esistenza è finita quella triste notte del 6 settembre di dodici anni fa, quando una forte scossa di terremoto fece tremare tutta la provincia di Palermo.

Della ricorrenza ci siamo occupati ieri, giorno dell'anniversario. Oggi di quell'avvenimento parliamo riportando la drammatica ricostruzione fatta dal figlio Mirko, uno dei quattro che l'uomo aveva, che da quel giorno si è visto cambiare la vita e da quel giorno, purtroppo, avverte la lontananza delle istituzioni, ma non solo.

"Quella notte del 6 settembre 2002 - racconta Mirko a Monreale News - la terra vibrò. Mio padre, Santo e la mamma Marcella Governale, dormivano. Mia sorella Fulvia, la più grande di noi quattro figli, si svegliò urlando e volendo scappare perchè tremava tutto. Abitavamo dove adesso hanno costruito un palazzo, in via Chiasso Venturella, dove avevano già cominciato i lavori di scavo sul terreno. Quella notte decidemmo di trasferirci nell'alloggio popolare dove abitiamo adesso. Allora la strada di accesso era transennata da barre di alluminio per evitare lo sciacallaggio, quindi si poteva entrare dal giardino della circonvallazione, senza la possibilità di usare la macchina, che magari sarebbe servita per soccorrere papà, poco dopo. Era tutto al buio. Facemmo tutto di corsa impauriti ma finalmente arrivammo a casa nuova.

Papà ci guardò tutti e cominciò a sentirsi male, gli mancava il respiro si dava pugni sul petto. Gridammo aiuto, ma non ci abitava nessuno, tranne qualche capofamiglia che controllava la propria casa di notte. Riuscimmo ad arrivare nel pianerottolo e papà si accasciò a terra. Prestammo i primi soccorsi ma lo trascinammo attraverso il giardino della circonvallazione dove sulla strada avevamo la macchina. Da qui la corsa in ospedale, alla Rocca. Sotto gli occhi terrorizzati della mamma e di noi quattro figli papà morì in ospedale per un aneurisma e arresto del miocardio. Aveva 48 anni e faceva il cameriere alla pizzeria Guglielmo. Lavorava e viveva per noi: una vita di stenti sempre, ma non ci mancava niente ed eravamo felici.

Il Comune di Monreale ha semplicemente pagato le spese del funerale, dietro richiesta di una mia zia. Per il resto niente: nessun aiuto, nessun soccorso dimenticati da tutto e tutti, solo porte in faccia. Ahimè, nonostante sia credente, devo dire che nemmeno la Chiesa c'è stata vicina, anche se ricordo che sulla Bibbia sta scritto 'Soccorso alle vedove e agli orfani'. Nonostante tutto, papà vive con noi e sarà così sempre e abbiamo il sorriso ricordandoci di chi sta peggio".