La lunga odissea del Cres: era un centro d'eccellenza, ora ci vanno solo i ladri

Nostra inchiesta su un immobile abbandonato, simbolo di incuria e degrado

MONREALE, 8 settembre – Da polo d'eccellenza a rudere abbandonato e soprattutto teatro di razzie ed atti vandalici. È la triste storia del Cres, il centro di ricerca elettronica siciliana, la cui (ex) sede è diventata un vero e proprio Eldorado per ladri e malviventi d'ogni sorta.

La notizia di cronaca, pubblicata sabato da Monreale News, relativa all'arresto operato dai carabinieri di Monreale, di quattro persone sorprese a portar via cavi elettrici per rivenderne il rame, è solo l'ultimo atto di una vicenda di imbarbarimento che rischia di costare cara a tutta la comunità.
L'immobile, come molti sanno, è di proprietà della Regione, con la quale il Comune (assieme all'Università di Palermo) ha condiviso per anni la gestione del Cres, prima del suo definitivo funerale.
Attualmente le sorti sono rette da un curatore fallimentare, Baldassare Quartararo, con cui deve fare i conti chiunque voglia dare una svolta ad una storia, che – così come sembra attualmente – non presenta molte vie d'uscita.

Ad occuparsi della vicenda era stata l'amministrazione Di Matteo, che nel febbraio di quest'anno, con un'opera paziente condotta dall'assessore alla Polizia Municipale, Salvatore Scalici, aveva chiesto alla Regione, all'ufficio Patrimonio dell'assessorato al Bilancio, retto da Dania Ciaceri, di acquisire l'immobile in comodato d'uso, facendosi carico, ovviamente, delle utenze e della manutenzione ordinaria e straordinaria. L'idea del Comune era quella di portare all'interno dei locali del Cres il Comando di Polizia Municipale, l'ufficio Tributi ed il Ced.
L'idea, però, non aveva entusiasmato troppo i vertici dell'assessorato, che per motivi che non si conoscono con esattezza, ha fatto "melina" per un po' di tempo, senza fornire al Comune una significativa risposta.

Tutto questo fino al 13 maggio scorso, vale a dire a dodici giorni dalla tornata elettorale, quando il ragioniere generale della Regione, Mariano Pisciotta ha autorizzato un sopralluogo congiunto (Regione, Comune e curatore fallimentare), per valutare l'effettiva percorribilità della strada. In pratica, un primo passo verso una possibile concessione.
Il sopralluogo avviene il 27 giugno, quando chi arriva all'interno dell'immobile si accorge delle precarie condizioni di questo e del grande sfacelo che vi regnano. Il 3 luglio, poi, le parti si incontrano e mettono sul tappeto le possibili soluzioni. Il Comune, le cui casse, come è noto, non sono floride, con una nota a firma del segretario generale, Ettore Sunseri e del sindaco Piero Capizzi, si dichiara disponibile a prendere in carico i locali, ma vuole che la Regione si faccia carico della realizzazione delle opere per la sicurezza dei lavoratori e dei visitatori, dei comfort dei bagni e dello sbarramento delle aperture, una vera e propria breccia di Porta Pia per chi vuole fare le proprie scorribande.

La storia, però, almeno quella amministrativa, si ferma qui. Il resto è cronaca di atti predatori , arresti di malviventi e soprattutto tanto degrado. Una condizione che, qualora dovesse avviarsi la strada dell'acquisizione in comodato d'uso del Comune, metterebbe tutti di fronte alla necessità di dover spendere cifre che aumentano a dismisura all'aumentare del tempo, considerato che, purtroppo, le continue razzie fanno lievitare i costi di ristrutturazione.