La chiusura delle due piazze: questione di cultura, ma anche di sviluppo

La pedonalizzazione significa anche maggiore volume d'affari

MONREALE, 28 settembre - In Italia forse nessuna città come Monreale può vantare due piazze accostate l'una all'altra tra duomo, chiostro dei benedettini, museo e municipio con ville al centro. E' un particolare sul quale vale la pena riflettere: la crisi di questi anni e il non avere riservato nessuna attenzione a questi spazi vituperati.

 

La risposta delle amministazioni si è esaurita in una incompresibile vecchia logica di ritenere irrinunciabile l'auto sul tratto di strada che lambisce i monumenti fra i più visitati del mondo. E così, nel giro di pochi anni, viene raccolto un amaro frutto con oltre dieci negozi del centro storico che hanno abbassato la saracinesca, tra i quali lo studio fotografico "Lo Verso" prossimo a cento anni di attività.

Monreale non ha mai avviato un serio progetto innovativo di chiusura delle piazze, mentre altre località che hanno investito sull'accoglienza e il rispetto dell'ambiente riescono a tirare avanti. Quando è esplosa la visita turistica di grandi movimenti, Monreale è stata l'unico grande centro culturale a non avere avviato un progetto di richiamo, ignorando anche il vicino palermitano.
Oggi ci si spende per dare un'inversione di tendenza, vedi la pedonalizzazione di piazza Gugliemo II. Non ci è accorti che il caos viario che spadroneggia nel centro storico non fa che provocare una sottrazione, non solo di immagine, ma anche e soprattutto di affari.

Occorre dare spazio alla passeggiata e allo shopping a piedi, specialmente nei week-end, contro la crisi, ma finora questa esigenza non ha trovato spazio per poter essere inoltrata agli amministratori in tutti i tempi. Cosa avrebbero dovuto fare in quattro lustri i "poveri " sindaci, associati ad alcuni dirigenti politicizzati, mai chiamati a rispondere a nessuna richiesta evolutiva? E' stato sintomatico un esempio connesso alla piazzetta Vaglica, dove per diversi mesi, tre anni fa fu progettato e messo in atto, ma subito dopo revocato, il provvedimento di rendere una passeggiata questo luogo diventato parcheggio per tutto il giorno. I sindaci della città normanna hanno sempre indicato la strada del futuro ingorgata di traffico.

Qualcuno di questi eletti dal popolo ha detto : "Per faciltare l'accesso alle botteghe storiche ", Se non ricordo male , le botteghe storiche di Monreale sono nelle strade storiche . Le strade storiche , come dice la parola stessa ,sono state costruite qualche tempo fa ,e misurano in media una larghezza di nove metri.

Non è chiaro se i sindaci avevano in mente la felicità di una circolazione perpetua e senza soste possbili, un flusso di colonne d'auto che entrano, girano percorrono a passo d'uomo strade e vicoli ingorgati ,ascoltando musica in quadrifonia e alla fine se ne vanno senza fermarsi o fermandosi male . O se il loro modello del futuro, invece di Stoccolma, Colonia, Boston (centri storici chiusi) siano le inquinate città tipo Manila. Occorre coraggio, ricordandosi che i centri storici chiusi sono sinonimo di sviluppo culturale, ma anche e soprattutto economico.