Protestano i dipendenti Ato: "Vogliamo certezze sul nostro futuro"

Hanno sfilato dalla sede del Cres, fino al Collegio di Maria

MONREALE, 4 novembre – Vogliono certezze. Chiedono di sapere quale sarà il loro destino e soprattutto se sarà salvaguardato il loro posto di lavoro. I dipendenti Ato hanno protestato stamattina a Monreale con una marcia lungo le vie della cittadina.

Hanno sfilato pacificamente dalla sede dell'Alto Belice Ambiente, nell'immobile del Cres, fino a quella della Srr, la nuova società, che – nei piani della Regione – dovrebbe prendere il posto dell'Ato e che si trova presso il Collegio di Maria. L'azione sindacale odierna è stata coordinata da Pietro Quartararo della Uil, Benedetto Bisconti della Cisl e Tonino Arrigo della Cgil.
I motivi per essere preoccupati sono tanti: primo fra tutti lo stato di grave sofferenza dell'Alto Belice Ambiente, che, oltre ad essere in stato di liquidazione, non più tardi della settimana scorsa, è stata dichiarata insolvente e che, come tale, potrebbe non onorare tutti gli impegni economici assunti, ivi comprese alcune spettanze proprie dei dipendenti.

La preoccupazione montava già da alcuni giorni: oggi si è trasformata in una protesta a tutti gli effetti. Prima con un'assemblea all'Ato, poi, come detto, con una marcia di protesta fino alla sede Srr.
I dipendenti chiedono a gran voce che al più presto avvenga il passaggio alla Srr" Palermo Provincia Ovest", motivo per il quale avevano chiesto un incontro al presidente della società, l'ex sindaco Filippo Di Matteo, che oggi non era in sede, ma si è dichiarato disponibile ad un prossimo incontro.

Il timore è quello che, in questa fase così difficile, i dipendenti possano essere schiacciati da un eventuale e non da escludere fallimento dell'Ato, che li travolgerebbe.
Adesso il prossimo passo potrebbe essere un summit con lo stesso Di Matteo e con il commissario regionale Maurizio Norrito per programmare i successivi passaggi normativi.

Ancora per qualche giorno i dipendenti hanno deciso di attendere, ma è chiaro che è il fuoco che cova sotto la cenere, anche perché devono ancora percepire due stipendi. "Se entro una settimana non otterremo risposte soddisfacenti – affermano i sindcalisti – siamo pronti a mettere in atto altre forme di protesta più efficaci e prolungate nel tempo".