Dieta mediterranea: un capitale sociale condiviso delle civiltà mediterranee

Intervista a Francesca Cerami, direttore di I.Di.Med

MILANO, 21 giugno - Francesca Cerami, direttore di I. Di. Med. (Istituto Dieta Mediterranea) racconta, in questa breve intervista, di aver programmato la sua partecipazione ad Expo Milano 2015 nell’ambito del Cluster Biomediterraneo con una sola mission diffondere lo stile di vita alla base della Dieta Mediterranea trasformandola in energia positiva per l’ambiente, per le donne.

Così come per le aziende e per i consumatori, ma soprattutto promuovere l’assioma Dieta Mediterranea  =  Salute = Sviluppo sostenibile.

La Dieta Mediterranea offre una nuova e forse ultima opportunità alla nostra Isola e cioè di diventare la cornice scientifica, culturale e sociale di riferimento di “nuovi strumenti” per lo sviluppo sociale, economico e produttivo locale. Un percorso condiviso con l’Associazione Mons Realis nel settembre 2014 che ha contribuito a rivalutare il territorio monrealese in occasione di AlimentiAMO LA VITA, una Kermesse di eventi con annessa Fiera della Salute in programma anche quest’anno sempre presso l’eremo di Poggio San Francesco, che ha messo insieme le eccellenze enogastronomiche del nostro territorio, ma soprattutto ha contribuito a creare una rete di produttori e aziende, oggi diventata una realtà, per  far conoscere, scoprire e valorizzare i prodotti dell’agroalimentare e le esperienze di successo ad essi correlati.

Dottoresa Cerami in cosa consiste esattamente la sua “missione” ad Expo 2015?

 Abbiamo lavorato tanto in questi anni su expo 2015, contribuito a creare sensibilità, informazione, curiosità e conoscenza. Per far innamorare tutti, per invitarli a fare un ragionamento insieme a noi, convinti che “da soli non si va da nessuna parte”. Ecco perché oggi, con gli amici degli Iblei, siamo ad Expo 2015 per far sentire tutti i soggetti pubblici e privati che ci hanno accompagnato, rappresentati. Per dare voce al territorio Siciliano, agli agricoltori, ai pescatori, agli artigiani che conservano le sapienze dei nostri nonni e che hanno bisogno di “persone di buona volontà” per mantenerle vive, per tramandarle alle nuove generazioni.

Alcuni princìpi della dieta mediterranea rappresentavano e rappresentano tuttora la miglior difesa contro malattie cardiovascolari ed alcune forme di cancro,  migliorando la qualità della vita di tutti noi, ma risulta certamente meno attraente, soprattutto per i più piccoli, del cibo spazzatura iperpubblicizzato  dai mass-media. Con quali iniziative e quali strumenti I.Di. Med.  pensa di intervenire per modificare stili di vita e cattive abitudini alimentari tipiche dei più giovani?

 Oggi, in molti parlano di Dieta Mediterranea, questo significa che abbiamo raggiunto il primo l’obiettivo che ci siamo proposti, nel primo triennio di vita dell’Istituto: promuovere e valorizzare lo stile di vita delle nostre tradizioni che l’UNESCO ha dichiarato patrimonio comune dell’Umanità. 

I tempi sono maturi per trasformare la “Dieta Mediterranea” in Modello Reale di Sviluppo del territorio Siciliano recuperando la tradizione attraverso l’innovazione e la cooperazione. Questo il senso della nostra partecipazione a EXPO 2015.  La nostra relazione e azione con gli Iblei ha origini antiche: nel 2012 con il progetto “Vivi la Dieta Mediterranea”, poi nel 2013 con “Aspettando l’Expo: identità, salute e sviluppo”, 2014 “Prodotti Tipici e Dieta Mediterranea”.

 L'Esposizione di Milano vede protagonista l’alimentazione, quale tema vitale e quotidiano per l’intera popolazione mondiale, partendo dalla propria cultura e dalle proprie tradizioni, come può, secondo Lei, la nostra Sicilia fare tesoro dell’esperienza di Expo 2015 e del confronto con gli altri Paesi per interrogarsi e  proporre soluzioni di sviluppo sostenibile per i nostri territori?

Oggi, in occasione della partecipazione ad Expo, il Gal Natiblei, l’Agenzia di Sviluppo degli Iblei,  l’ANCI Sicilia ed I.Di.Med., intendono cogliere le opportunità offerte dall’alto livello di “capacitazione” del Sistema Locale di Sviluppo Ibleo, frutto della sedimentazione di esperienze e buone prassi maturate in quattro cicli di programmazione per generare “relazioni” non solo all’interno della propria area di riferimento, che negli Iblei trova una eccezionale concentrazione di tesori ed eccellenze che l’UNESCO ha fatto sue e riconosciuto patrimonio immateriale dell’umanità, ma anche verso l’esterno, a partire dai Paesi che appartengono al Cluster del Mediterraneo.  Popoli e Culture del mediterraneo.

Sul Custer Biomediterraneo si è tanto parlato e purtroppo soprattutto in negativo,  in questi quasi due mesi di apertura. Fermo restando le criticità, proviamo a elencarne i punti  di forza  e le potenzialità che questa irripetibile opportunità può portare alla nostra economia e ai nostri giovani se Lei ritiene che ce ne siano?

 La Sicilia, in particolare è elemento comune delle complessive Civiltà mediterranee poiché nel corso dei millenni da tutti loro ha ricevuto una moltitudine di doni (alimenti, tradizioni, usi, costumi, valori …) e con tutti loro ha contribuito a formare “una Terra Comune” collocata al centro del mare di mezzo. In tal senso qui, in Sicilia, ognuno di loro, ognuno di noi,  si ritrova, si sente a casa. Partendo da questo Capitale sociale comune, di livello euro mediterraneo, in questo momento storico di difesa ad oltranza di questi valori identitari,  è indispensabile rafforzare innovative azioni di cooperazione territoriale valorizzanti le diverse “realtà dei luoghi”. L’idea di base è di ripensare i valori delle Civiltà euro mediterranee per dare vita a nuove economie etiche capaci di “guarire” il vecchio mondo globalizzato. Diversi sono gli obiettivi generali di tali problematiche complesse tra cui: a) la condivisione  di strategie e metodi operativi conducenti alla valorizzazione dei prodotti “territorio” identitari di tale contesto; b) l’apertura di una prima area di libero scambio euro mediterraneo e l’attivazione del processo di formale costituzione della macroregione del Mediterraneo.

 Qual è la  strategia di I.Di. Med. per trasformare la Dieta Mediterranea da  corretto stile di vita che coinvolge il singolo a  volano per l’economia che può avere invece una dimensione sociale e soprattutto collettiva?

 Il nostro lavoro è promuovere, accompagnare e costruire conoscenza, dialogo, scambio e sviluppo sostenibile. La Dieta Mediterranea … fa crescere bene anche l’economia comune del Mediterraneo.