Aumenti Tarsu legittimi: finisce male la class action di 47 cittadini

La commissione tributaria provinciale dice no ad un altro ricorso di gruppo

MONREALE, 22 luglio – Brutte notizie per 47 cittadini monrealesi che avevano impugnato le cartelle Tarsu del 2012: La commissione tributaria provinciale respinge le loro istanze e dà ragione al Comune, confermando una linea che comincia a diventare ormai consolidata.

I ricorrenti, protagonisti di una sorta di “class action” da 25.736 euro, coordinati dall’avvocato Rosa Lio, stanchi dei forti aumenti della tariffa, eccepivano sulla presunta incompetenza della giunta comunale (quella a guida Filippo Di Matteo). Era stato infatti, l’esecutivo cittadino di allora e non il Consiglio comunale a determinare il tributo. L’azione, però, era spinta pure dalla soppressione dell’articolo 49 del DL 22/97, quello che istituiva la Tarsu.

La IV sezione della Commissione Tributaria provinciale, presieduta da Romeo Palma, ha dato torto ai ricorrenti, confermando un principio che adesso, probabilmente, scoraggerà ulteriori azioni e che è quello della competenza della giunta comunale. A rappresentare il comune in giudizio c’era Angelo Manno, funzionario responsabile dell’ufficio contenzioso che già nello scorso merse di marzo aveva visto concludere vittoriosamente per il comune un altro contenzioso tributario. In quella circostanza la “class action” era stata promossa da 77 cittadini, anche loro scagliartisi contro la competenza della giunta riguardo all’imposizione tributaria. A marzo a dire no ai ricorrenti era stata la seconda sezione della commissione tributaria.

Sulla questione, già in passato, la precedente amministrazione guidata da Filippo Di Matteo aveva fatto i conti con la class action dei cittadini, che si erano opposti agli aumenti della Tarsu e presentato ricorso dinanzi la Commissione Tributaria provinciale. Nel giugno del 2012 la commissione, 11ª sezione, aveva presentato disco rosso davanti a 134 contribuenti monrealesi, tutti difesi dallo stesso legale di fiducia. Un pronunciamento che faceva a pugni con la sentenza sullo stesso argomento e per l'applicazione del medesimo principio, emessa qualche mese prima (nel febbraio dello stesso anno) dalla sezione 7ª sempre della Commissione Tributaria Provinciale, che aveva premiato il ricorso di oltre duecento utenti. Come dire: due giudizi opposti di primo grado per situazioni identiche, che si erano conclusi con risultati antitetici.