Prosegue senza intoppi il restauro del “Pupo” della piazza

L’intervento è affidato al restauratore della Soprintendenza, Cesare Tinì

MONREALE, 26 giugno – Attorno al Tritone, sottoposto a restauro da diversi giorni, c’è una intensa curiosità di tanti cittadini che seguono gli interventi sulla statua tanto amata dai monrealesi.

Il loro desiderio è quello di rivedere il monumento più fotografato dai turisti tornare al bianco marmo dei tempi dei loro nonni. Un lavoro seguito, anche, costantemente dal sindaco Piero Capizzi, sempre in continua comunicazione con Il restauratore Cesare Tinì, designato dalla Soprintendenza dei Beni culturali. Ed è proprio Cesare, incurante delle giornate sotto un sole implacabile, ad ottenere i risultati prefissati e a ridare lustro all’opera di Mario Rutelli. Da una sua spiegazione si deduce che: “Bisogna continuare a rimuovere il calcare che in tanti anni ha creato una patina alla base della statua e investito tutto il marmo. Per tale ragione si sta adoprando un trattamento con ammonio carbonato e tensioattivo twin 20”.
Formule che fanno apparire sorprendentemente in fase di recupero la figura snella del “Pupo”. A restauro completato, attorno allo zoccolo della statua saranno collocate tante piante, e rifatti gli spruzzi che gettano acqua all’esterno del Tritone. “La decisione di intervenire sul monumento più fotografato dopo il duomo – fa sapere Capizzi – avviene in seguito ad un accordo tra il Comune e l’architetto Lina Bellanca della Soprintendenza, con il Comune che si sta impegnando a fornire i materiali”.
A proposito del Tritone, collocato dal Basile quando disegnò la piazza di Monreale, si venne a sapere che la statua non era destinata alla città normanna. Fu il Rutelli di origine catanese a proporre questo monumento, che non ha trovato collocazione a Roma, ma in un disegno di sistemazione assieme alla nostra via Roma. Mentre si vuole ricordare che i guasti del pupo si conobbero sin dal febbraio del 1993 arrecati da un circuito d’acqua inquinata . Si disse allora che il carbonato di calcio aveva attaccato la fontana del Tritone . A tal proposito uno studio conoscitivo dei danni provocati al monumento è stato redatto dal docente universitario di geochimica Rosario Alaimo con una relazione dettagliata, consegnata all’allora sindaco Stefano Gorgone. Alaimo ha fatto conoscere che il bianco marmo era ricoperto da una sottile patina di colore variabile da verdastro a bruno –rossastro .Il primo consiglio era quello di utilizzare un’acqua di circolazione povera di bicarbonato di calcio, la pulitura della parte inferiore con acqua ossigenata a 120 volumi .