Dolce e Gabbana, la polemica di Silvio Russo: “Ecco cosa avrei fatto io se fossi stato sindaco”

Silvio Russo

Parole dure per le quali non si esclude una nuova crisi di governo

MONREALE, 8 luglio – Nel linguaggio calcistico potrebbe essere definito un tackle a gamba tesa, uno di quelli che fa male e che, di solito, vengono sanzionati con un cartellino. È l’intervento di Silvio Russo, componente della direzione provinciale del Pd che, di certo, non le ha mandate a dire al sindaco Piero Capizzi, verso il quale non ha usato giri di parole in merito all’evento Dolce e Gabbana, che si concluderà stasera e che tiene banco in città ormai da una settimana abbondante.

Russo, elemento di spicco del Pd cittadino, partito alleato di Capizzi e della sua amministrazione, ha usato parole che pesano, accusando Capizzi di non “mettere al centro il popolo della città con la sua dignità”.
Parole che, probabilmente, potranno avere delle ripercussioni di altrettanto spessore sui sempre precari equilibri politici della città. Fra questi non è da escludere una nuova crisi di governo cittadino.

Concordando sull’importanza e “sull’elevata risonanza mediatica soprattutto a livello internazionale, così da mettere in luce il luogo dove si svolge, il quale verrà conosciuto in tutto il mondo” Russo, però, non ha risparmiato una serie di critiche al primo cittadino, individuando una serie di accorgimenti che questi avrebbe potuto adottare, utilizzando la formula ipotetica “se io fossi stato sindaco”. Al centro della polemica, nella lamentela di Russo, l’esclusione dei monrealesi, esclusi dalla kermesse, che, così come ormai noto, ha carattere di assoluta esclusività.

“E i monrealesi? Dove sono i cittadini? – scrive Russo nella sua lettera fatta pervenire anche alla nostra redazione – Sono forse al centro di questo evento faraonico? Il popolo non c'entra con la città di Monreale; il fatto che ai cittadini venga negata la possibilità di godersi lo spettacolo è naturalmente di secondaria importanza(?). Questo è un evento fashion con tanto di vip ed è inopportuno mischiare due classi cotanto distanti(?). Il sindaco con questo evento ha voluto rilanciare l'immagine del nostro comune, gridare al mondo intero "Monreale è qua" perchè il mondo non ne conosce l'esistenza.
Un altro sindaco avrebbe fatto scelte diverse, forse improprie agli occhi dei due noti stilisti, avrebbe trovato un compromesso per rendere visibile ai monrealesi l'evento e far respirare loro l'atmosfera magica creata nelle splendide piazze della nostra cittadina. Un altro sindaco non avrebbe consegnato la città nelle mani di Dolce e Gabbana.

Se io fossi stato il sindaco di Monreale avrei chiesto l'installazione di tanti maxi schermi quante sono le piazze di Monreale e disposto l'installazione di comode sedie al fine di dare la possibilità a tutti i cittadini di godersi un evento mondano, occasione più unica che rara, con i commercianti della zona aperti così da far diventare l' evento fruibile a tutti i monrealesi.
Io da sindaco avrei preteso l'invito di tutti i nostri rappresentanti della giunta e del Consiglio Comunale in quanto rappresentanti eletti e votati dai nostri concittadini, non avrei accettato inviti riservati al solo sindaco e qualche assessore di fiducia.
Io da sindaco avrei preteso il coinvolgimento dell'associazione dei commercianti in quanto custodi delle nostre tradizioni avrebbero potuto accogliere gli oltre 400 ospiti internazionali al fine di mettere in risalto quanto la nostra cittadina può offrire in tema di accoglienza e ospitalità occupandosi anche dei vari aperitivi e rinfreschi.

Io da sindaco avrei preteso come contropartita il rifacimento della scalinata di via Torres e la sistemazione dei bagni pubblici che tanto fanno discutere considerate le condizione di degrado nelle quali si trovano. Bazzecole per due super-milionari come Dolce e Gabbana.
Insomma avrei messo al centro la dignità di ogni singolo monrealese sia esso ricco o povero a discapito del dio denaro con l'intento di dimostrare che con il (vil) denaro non è possibile comprare tutto soprattutto la dignità.
Io da sindaco avrei agito con una logica diversa: prima di pensare ai vip e alle logiche del profitto, mi sarei preoccupato di mettere al centro il popolo della nostra città con la sua dignità di cittadino di Monreale”.