Breve e sobria cerimonia a largo Canale dove è stata collocata la targa
MONREALE, 13 giugno – Una cerimonia breve e sobria, come nello stile dell’Arma dei carabinieri, per ricordare a tutti che 35 anni non sono passati invano e che la figura del capitano Mario D’Aleo, trucidato dalla mafia il 13 giugno dell’83, assieme all’appuntato Giuseppe Bommarito ed al carabiniere Pietro Morici, è ancora viva e nei ricordi di tutti.
Le autorità si sono date appuntamento oggi, così come accade ogni anno, a largo Canale, dove è stata da anni collocata (e quest’anno abbellita) la targa che ricorda il sacrificio dell’ufficiale romano, che era stato il successore del capitano Emanuele Basile, anch’egli ucciso da Cosa Nostra mentre era al comando della compagnia di Monreale (il 4 maggio 1980).
Alla cerimonia hanno preso parte diverse autorità: il comandante della Legione Carabinieri Sicilia, generale di brigata Riccardo Galletta; il colonnello Antonio Di Stasio, comandante provinciale di Palermo; il comandante del gruppo dei carabinieri di Monreale, tenente colonnello Luigi De Simone, il comandante della Compagnia di Monreale, capitano Guido Volpe;, quello della stazione di Monreale Salbvatore Biddeci.
Presenti anche il, il sindaco Piero Capizzi, il vice Giuseppe Cangemi, il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Di Verde, gli assessori Mimmo Gelsomino e Paola Naimi. Alla commemorazione hanno preso parte pure il questore di Palermo Renato Cortese, il comandante della Polizia Municipale di Monreale Luigi Marulli, i rappresentanti dell’associazione nazionale Polizia di Stato e dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
In precedenza, alle 9,30 a Palermo in via Cristofaro Scobar, sul luogo dell’eccidio, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri, del Comandante Interregionale “Culqualber” Generale di Corpo d’Armata Luigi ROBUSTO, del Comandante della Legione Sicilia Generale di Brigata Riccardo Galletta e dei famigliari dei caduti, sono stati resi gli onori ai militari e deposta una corona d’alloro.
Il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri, dopo avere ringraziato i bimbi e le maestre presenti, ha rivolto un caloroso abbraccio ai familiari dei colleghi che oggi vengono ricordati perché, ha osservato l’Alto Ufficiale, l’Arma non dimentica il sacrificio dei propri uomini e delle proprie donne.
“Conoscevo il Capitano D’Aleo che era mio anziano d’ accademia, ne conoscevo lo sguardo, gli occhi ed il suo modo di parlare, mentre non conoscevo personalmente l’appuntato Bommarito ed il Carabiniere Morici, ma li ho conosciuti leggendo e ascoltando”
Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri ha ricordato che le cause del loro omicidio sono da ricercare nell’attività investigativa che i militari conducevano in riferimento alle famiglie mafiose di Monreale e San Giuseppe Jato nonché alla ricerca degli autori dell’omicidio per mano mafiosa del Capitano Basile, che aveva preceduto il Capitano D’Aleo quale comandante della Compagnia di Monreale.
In quel periodo, si viveva in un contesto storico sociale particolare, gli anni dell’attacco allo Stato tra il 1977 ed il 1992, in cui diverse sono state le vittime dei servitori dello Stato.
Morti non inutili, perché grazie al loro sacrificio sono stati fatti grandi passi avanti nella lotta alla mafia, instaurando nuove strategie, disarticolando l’associazione mafiosa e individuando le nuove leve delinquenziali.
In memoria dei nostri tre eroi, oggi, a Balestrate (Pa) si inaugura un centro di aggregazione giovanile intitolato ai caduti e dedicato propri ai giovani a cui appartiene il futuro.
Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri ha concluso ringraziando i tre militari per il loro esempio e la loro figura a cui lo Stato e l’Arma sono responsabilmente vicini e grati per l’esempio dato a tutta la nazione.