Beni comuni urbani, il comune adotti il regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni

Riceviamo e pubblichiamo...

Negli ultimi anni a Monreale è venuto maturando un po’ a sorpresa e forse ingenerato dallo stato di necessità, un buon senso della polis. A me pare una significativa novità che meriti un approfondimento e la presa in carico di tutti e delle istituzioni in primo luogo, affinché questa speranza possa irrobustirsi e dare nuovi e abbondanti frutti.

Beninteso, anche in passato non sono mancati esempi generosi di passione ed impegno per la nostra città. Quasi sempre erano fenomeni promossi o supportati dalla politica organizzata, quindi partiti, sindacati, movimenti, collettivi o associazioni di varia natura. A differenza che nei tempi andati, ciò che è sembrato imporsi, almeno negli ultimi tre anni, è un attivismo che va oltre, superandolo in positivo, l’ipercriticismo salottiero o, secondo una versione 2.0, da tastiera. In concreto è accaduto che sia prevalsa la cultura della concretezza. In più occasioni su progetti interessanti ed utili molti cittadini si sono rimboccati le maniche ed hanno offerto il loro lavoro per rendere migliore, più vivibile, più bella, interessante o accogliente la nostra città. C’è chi si è distinto per aver ripulito a proprie spese, con propri mezzi e la forza delle proprie braccia i giardini delle scuole e le aiuole cittadine. Altri, ma spesso con l’ausilio degli stessi di prima, hanno provato a ripulire da rifiuti ed erbacce il cimitero.
C’è chi ha decorato con tappeti di fiori le vie principali delle piazze e della “varanni” e chi ha preferito invece mettere in mostra e riempire le vie del profumo del pane o dei prodotti da forno. C’è chi ha rianimato i costumi della tradizione medioevale con le sfilate dei cortei storici. C’è stato un buon fiorire di espressioni teatrali ed è perfino riapparsa una bella espressione della Via Crucis animata consegnando ai cittadini la fruibilità di nuovi splendi luoghi. Volontari di grande coraggio spesso animatori di altri importanti momenti citati, hanno potato i ficus della villa comunale; ne hanno ripulito e restituito, dopo sette lunghi anni, il Belvedere alla cittadinanza ed ai turisti; hanno rimosso asfalti e basole, rifatto il pavimento ed installato nuove panchine; hanno pulito la vasca e riattivato il sistema idraulico ed il getto d’acqua; Anche lo sport locale è sembrato rinascere nonostante la carenza e fatiscenza delle strutture spesso per l’appunto manutenute dalle organizzazioni sportive stesse. Sono anche spuntate le prime esperienze di gestione e riutilizzo dei patrimoni immobiliari confiscati alla mafia ad opera di giovani volenterosi. Insomma, c’è una nuova sensibilità verso i beni comuni perfino quando questi sono preclusi o inagibili. Giustamente, in molti sono pronti a far la propria parte affinché il degrado, l’abbandono o l’incuria non abbiano il sopravvento, come spesso accade, su molte strutture pubbliche. Proprio per agevolare le forme di cittadinanza attiva e le pratiche di volontariato, il 2 luglio scorso ho consegnato al presidente del consiglio comunale un prototipo di “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani”.
Si tratta di uno strumento importante già adottato in altre città italiane a partire, tanto per cambiare, da Bologna, per stimolare e moltiplicare gli esempi di cittadinanza attiva e di gestione condivisa con le amministrazioni comunali. Il regolamento servirebbe a semplificare almeno la vita ed a non esporre a gravi rischi anche penali, chi vuole operare per la rigenerazione dei beni comuni. Io credo che sia doveroso fare in fretta, giacché da anni il comune non riesce ad offrire altre forme di aiuto se non il logo per il patrocinio gratuito. Significherebbe mettere nelle condizioni chi ne ha voglia o desiderio di spendersi per il recupero di beni inutilizzati e spesso vandalizzati che invece potrebbero tornare persino a produrre redditi ed opportunità di lavoro. Per questo mi auguro che, passate le ferie, tale documento possa presto essere assegnato al vaglio della 1ª commissione consiliare e poi essere portato all’approvazione del consiglio comunale. Non ci vuole molto e non costa nulla. E sarebbe davvero un ottimo strumento al servizio e nell’interesse della collettività!

* ex deputato