Le traversie del piano regolatore generale che affondano le radici nel tempo

Amarcord su un percorso che non è mai arrivato al traguardo e non ha visto mai la luce

MONREALE, 7 maggio – Al sindaco di domani per ricordare quando nell’agosto del 1980 venne approvato definitivamente il Piano Regolatore del professor Giovanni Astengo, ampiamente modificato dal Consiglio comunale del tempo.

Allora si era compiuto il primo passo verso la pianificazione urbanistica del nostro territorio. Quel piano rappresentava, infatti, la fase prescrittiva e indicava le scelte di carattere generale riguardo al territorio. Per dare piena attuazione al piano si sarebbe dovuto procedere alla definizione dei particolari dell’assetto da dare ai singoli quartieri, alle frazioni ed alle contrade. Quindi il “famigerato” piano regolatore era l’inizio della pianificazione urbanistica a Monreale.

Non si trattava, tra l’altro, di un piano completo, in quanto l’assessorato regionale aveva provveduto a “stralciare” una parte importante, la zona di espansione della città, cioè quella parte di territorio che da Monreale arriva fino ad Aquino. La ragione di questo stralcio stava proprio nell’importanza della zona di espansione e della necessità di approfondire lo studio geologico della zona. In buona sostanza la Regione voleva che proprio per quella zona si adottasse subito un piano particolareggiato. A dicembre del 1980 il Consiglio comunale iniziò a dare le indicazioni per procedere alla redazione di piani particolareggiati comunicando proprio con la zona stralciata. Vennero incaricati del lavoro quattro professionisti che però furono ben presto abbandonati a se stessi. Non basta, infatti, una semplice nomina per regolamentare il territorio, ma una concreta volontà e il coraggio di portare avanti scelte politiche che magari non accontentano tutti.


“Nonostante ripetuti solleciti non abbiamo avuto comunicazioni dall’amministrazione dopo che più volte abbiamo presentato i nostri primi lavori”. Così dichiarava l’architetto Carpinteri prima di rimettere l’incarico. E continuava : “Il tempo trascorso ha favorito l’edificazione abusiva”. Allora le colpe non sono solo di Astengo, del Consiglio comunale di allora o del 30 % ,ma anche di una scellerata politica del non intervento che ha favorito lo scempio della Conca d’Oro e di altre parti del nostro territorio .
Nell’arco di diversi anni il Comune di Monreale è rimasto immobile di fronte all’inadeguatezza del piano regolatore e al dilagare delle costruzioni abusive. Quel piano particolareggiato, povero figlio unico del piano Astengo, per anni rimase nei cassetti, mentre dilagavano le costruzioni abusive e nessuno si prese la briga di lavorare ad altri piani particolareggiati. Fra 1987 e il 1988 vennero dati altri incarichi per la redazione di tre strumenti urbanistici a diversi gruppi di professionisti. Ma ecco il ricordo storico del sindaco Bino Li Calsi a cui è riferito il Piano regolatore Generale, redatto nel 1973 dal professore Atengo, deliberato in Consiglio il 7 luglio 1977 con provvedimento n° 189 . Il piano in seguito venne approvato dal Consiglio regionale dell’Urbanistica - Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, adunanza del ’11 febbraio 1980 voto n° 68. Il successivo 22 aprile, con delibera numero 193, il Consiglio comunale recepiva il voto del Consiglio Regionale dell’Urbanistica.