Regione: nasce l'osservatorio economico e sociale sulla Sicilia di Irfis e Svimez

L’obiettivo è individuare le attività che il governo regionale e l’Irfis potranno adottare per favorire la creazione e il rafforzamento delle imprese che operano sul territorio siciliano

PALERMO, 10 settembre – Con la firma del protocollo di oggi, Irifs e Svimez, hanno dato vita all’Osservatorio Economico e Sociale sulla Sicilia. Nell’ambito di tale progetto potranno scambiarsi dati e informazioni sull’economia siciliana, utili per individuare i fattori che caratterizzano la struttura produttiva dell’Isola. L’obiettivo è individuare le attività che il governo regionale e l’Irfis potranno adottare per favorire la creazione e il rafforzamento delle imprese che operano sul territorio siciliano.

“Stiamo lavorando - ha spiegato il governatore Nello Musumeci - per modernizzare la Sicilia e trasformarla in una regione realmente europea, e i dati che ci aspettiamo di ricevere dall’Osservatorio potranno esserci d’aiuto nella messa a punto di misure economiche in grado di trasformare la nostra Isola, da terra di emigrazione, in terra di immigrazione. Perché solo una economia solida e dinamica è in grado di bloccare il flusso ininterrotto di ragazzi che la lasciano per andare a cercare fortuna altrove”.


L’attività dell’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno si svolgerà su tre livelli di intervento: realizzazione di analisi quadro e di scenario sull’economia e la società siciliana; stima dell’impatto territoriale delle principali misure di politica economica nazionale e regionale; ricognizione dei fabbisogni economici e sociali della Regione per rilanciare il comparto economico e produttivo.
“L’obiettivo - ha spiegato il presidente dell’Irfis, Giacomo Gargano - è quello di mettere a punto una lente di ingrandimento sulle esigenze dell’economia siciliana per calibrare le politiche di sviluppo del Governo regionale e creare nuovi strumenti finanziari da parte di Irfis. Sono decenni - ha proseguito - che in Sicilia si fa credito senza avere una visione complessiva dell’economia dell’Isola, e questo modo di procedere, nonostante l’enorme quantità di denaro messa in campo dai precedenti governi regionali, non è riuscita a fare crescere il nostro sistema imprenditoriale. Adesso è tempo di smettere di procedere per tentativi e di usare tutti quegli strumenti di analisi e di previsione che ci possono aiutare a capire quali sono i settori dove bisogna concentrare le risorse disponibili, per creare, finalmente, un ambiente competitivo e attraente per le imprese”.
I rapporti, che saranno pubblicati dall’Osservatorio con cadenza trimestrale a partire dal prossimo mese di dicembre, diventeranno uno strumento fondamentale per progettare le politiche necessarie allo sviluppo dell’imprenditoria e per misurarne l’efficacia, in modo da adeguare l’azione della Giunta regionale e dell’Irfis alle esigenze delle aziende.


“Insieme agli altri soggetti coinvolti - ha sottolineato il direttore di Svimez Luca Bianchi - vogliamo costruire strumenti di analisi e di riflessione sul territorio. Questo sarà, dunque, un periodo di accompagnamento finalizzato a identificare se le politiche messe in atto anche con le risorse esistenti, sia dei fondi nazionali che regionali, sono coerenti con l'obiettivo che noi tutti abbiamo e che è quello di aumentare l’occupazione e ridurre la piaga ormai devastante dell’emigrazione. I dati che metteremo nel prossimo report, e che parlano di oltre 30mila persone che lasciano la Sicilia, rappresentano un pezzo di futuro che se ne va e su cui dobbiamo intervenire”.
Secondo l’assessore regionale dell’Economia Gaetano Armao "è fondamentale per la politica economica della Regione avere dati, proiezioni e analisi aggiornate e integrate". "Poter contare sulla collaborazione di Svimez, che è il principale istituto che si occupa di crescita del Mezzogiorno, di prospettive e dinamiche del Sud - ha aggiunto - è molto prezioso e ci consentirà di essere efficaci nella prefigurazione degli scenari dei prossimi anni della Sicilia nel contesto del Sud e del Mediterraneo”.