Incidenti e aggressioni sulle nostre strade: sembra un bollettino di guerra

Facciamo una breve riflessione sui tragici episodi di cronaca di questi giorni

MONREALE, 22 ottobre – Cosa accade nelle strade per il momento? È la domanda non indifferente che arriva alle orecchie di tutti. Forze dell’ordine, operatori del primo soccorso e vigili del fuoco che senza sosta si ritrovano ogni week-end davanti alle solite e drammatiche scene.

Incessantemente veniamo al corrente di eventi spiacevoli come: aggressioni e ennesime vittime della strada, spesso (troppe) volte legate all’utilizzo di alcol e droghe.Il bollettino da guerra del fine settimana palermitano è davvero ingiustificabile. Due giovani ragazzi di 16 e 17 anni hanno perso la vita tragicamente in un incidente stradale causato molto probabilmente da un mix di alcol e droghe, ed ancora, domenica in pieno centro a Palermo, è stato aggredito alla testa un uomo, in seguito sottoposto ad un intervento per rimuovere l’ematoma creato dall’aggressione ingiustificata. Il limite è molto sottile, è un attimo, e dalla vita si passa alla morte.


È sempre facile cadere sui luoghi comuni: “i giovani non hanno più rispetto”, “non esistono valori”. Quante volte abbiamo sentito frasi del genere? Ormai non ce ne meravigliamo più. Se è vero che la sociologia moderna insegna a credere nella mutabilità dei valori, che quindi non cessano di esistere ma vengono modificati col passare del tempo, troviamo anche riferimenti attuali da chi con la modernità e con Palermo o Monreale del 2019 non ha nulla a che fare.
Platone stesso, grande filosofo greco vissuto circa 2400 anni prima di noi, nel libro VIII de “La Repubblica” affermava: “Oggi il padre teme i figli. I figli si credono uguali al padre e non hanno né rispetto, né stima per i genitori. Ciò che essi vogliono è essere liberi. Il professore ha paura degli allievi, gli allievi insultano i professori. I giovani esigono immediatamente il posto degli anziani, gli anziani per non apparire dispotici o retrogradi acconsentono a tale cedimento”.


Da queste parole è evidente che il confitto generazionale è sempre esistito. Non giustifico nè punto il dito verso giovani o meno giovani, indipendentemente da tutto viviamo nello stesso tempo, e personalmente penso che il punto di svolta debba essere, la tacita convivenza legata al rispetto delle regole.
Citando nuovamente il grande pensatore ateniese, Platone dichiarava che le cause della corruzione della società promanavano da spettacoli, esempi di disonestà o vizio che inevitabilmente generavano una massa priva di educazione. Atene sembra davvero molto vicina alle nostre odierne città.
Senza ombra di dubbio gran parte delle responsabilità sul possibile declino sociale vengono riposte ai cattivi esempi, alle mode, ai contesti sociali e perché no, anche familiari.
Non esistono istruzioni immediate e pronte all’uso per evitare tragedie ingiustificate, possiamo solo tentare richiamare le coscienze, o almeno provarci. Mostrando ai giovanissimi con il nostro esempio, il rispetto verso chi ci sta intorno, verso i luoghi che frequentiamo e infine quanto sia stupenda e piena di possibilità (con ampi orizzonti) la loro vita.