La festa dei Morti, una tradizione antichissima

Dolci, giocatori e regali vari ai bambini per commemorare i congiunti defunti

MONREALE, 1 novembre – “U patri e a madri si susinu a notte addumino u lumi e conzano i morti”. Ogni anno il passaggio della notte tra il 1° e il 2 novembre era consuetudine ricordare i propri cari defunti attraverso giocattoli e dolciumi.

Tutto era preparato nei giorni precedenti, quando i negozi si arricchivano di giocattoli tra carrettini ,biciclette ,bambole e quant’altro. Ogni genitore era chiamato, secondo le disponibilità economiche, a partecipare. E così la mattina del 2 novembre era una festa. La “Festa dei Morti” in Sicilia è una ricorrenza molto sentita ,risalente a tanti secoli fa, viene celebrata il 2 novembre per commemorare i defunti . Si narra che anticamente nella notte tra l’1 ed il 2 novembre i defunti visitassero i cari ancora in vita portando ai bambini dei doni. Ricordo che da bambino non vedevo l’ora che arrivassero i “murticeddi” a portarmi regali: giocattoli e dolci golosi come la frutta martorana e le “ossa” dei morti dolce molto duro, ricordando che l’origine della Festa dei Morti e del culto del dono ai bambini nacque come capodanno celtico e fu trasformata in feste religiosa.


In Sicilia è l’occasione per commemorare i propri cari, ma soprattutto per insegnare ai bambini a non aver paura della morte. Anche se i suoi riti sono però minati dal consumismo e dal sopravvento di Halloween. Ed ecco anche la pupaccena, non pupi qualsiasi, ma pupi di e per la cena Sacra. Da mangiare con uno specifico stato d’animo che apre le porte al rito della spiritualità . Baluardi di una cultura ,elogio e monumento di un made in Sicily che continua ad inorgoglirci. Antonino Buttitta ,celebre antropologo e storico delle tradizioni siciliane, dice che contrariamente a quanto si costuma nel resto d’Italia ,in Sicilia e in qualche altro luogo del Meridione vige l’uso di fare le strenne ai fanciulli il 2 novembre , giornata tradizionale consacrata dei defunti.