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Non solo arte decorativa, ma funzionale: una vita dedicata al mosaico e l’amore per il Liberty

| Domenico Prestifilippo | Cronaca varia

Lintervista al professore Nino Renda, nella pace del suo eremo. LE FOTO e IL VIDEO

MONREALE, 12 luglio – “La pensione – diceva un mio professore – è l’anticamera della morte”. Lo sa bene Nino Renda, già docente presso l’istituto Arte Mosaico Mario D’Aleo, 85 anni – giovine dentro, nonostante l’anagrafe –  appena compiuti e, formalmente, in meritato riposo, dopo un’intera carriera dedicata ad ogni forma di cultura, lui, che della cultura, ha sposato l’arte attraverso la disciplina del mosaico, di cui è ancor oggi innamorato.

Amante della bellezza, “perché il bello – sostiene il professore – non tramonta mai. E ancora, “l’uomo fa l’ambiente, l’ambiente fa l’uomo”: un atteggiamento coerente, in fondo, con la sua quotidianità. Infatti, è questa l’impressione che si percepisce superata una scalinata, in quel della Carrubella, dinnanzi alla parete che separa “la pace del suo eremo” dal contesto urbano di quel quartiere. Le diverse piante poste in prossimità dell’ingresso, suggeriscono l’atmosfera che vige all’interno di quella che un tempo fu una stalla e che oggi, grazie alle capacità compositive di Renda, è sede di un laboratorio artistico. Aprendo il portone, è possibile sin da subito soprattutto apprezzare la creatività del professore, attraverso le composizioni floreali musive installate lungo le pareti, che assecondano lo sguardo del visitatore, accompagnandolo verso un arcata  che permette l’accesso al suo giardino. Una fontana decorata, invece, precede l’ingresso del laboratorio.

Ciò che colpisce positivamente, a primo impatto, è l’ospitalità di Nino Renda, che tra i racconti della sua carriera, premurosamente cerca di mettere al proprio agio il suo interlocutore, offrendogli una buona bevanda fredda – il chinotto, che adora curandone persino una pianta all’interno del suo orto – intrattenendolo con i suoi aneddoti mostrandogli, al contempo, materiale fotografico e vari documenti che testimoniano i punti salienti della sua carriera. La sua disponibilità, ci ha concesso, frattanto, di intervistarlo, attraverso una chiacchierata dai toni informali, proprio come accade tra due buoni amici. Scavando tra i suoi ricordi, abbiamo cercato di ricostruire la sua vita e di scoprire in che modo, oggi, occupa il suo tempo libero in questo periodo di meritato riposo. L’amore a prima vista per il mosaico; il ricordo del suo professore, Michele Dixit Domino, durante il restauro della pavimentazione all’interno della nave minore settentrionale di Santa Maria La Nova; la prima bottega; la passione per lo stile Liberty – dopo aver visto l’opera di Gaudì a Barcellona – e l’orgoglio del proprio nonno, muratore, stimato e apprezzato nei cantieri a Mondello persino dall’Almeyda; l’esperienza con il regista Zeffirelli – durante le riprese del film “Fratello sole, sorella luna” – e l’incontro con Fabrizio De Andrè; il suo rapporto con gli allievi. Questi gli aneddoti raccontati dall’eterno professore che, come il primo giorno, continua a dedicare il proprio sentimento nei confronti della disciplina, attraverso quelle sue “creature” – le chiama così – costituite, spesso, da frammenti di maioliche di vario genere, a cui restituisce una certa dignità artistica coniugandoli tra loro, senza discostarsi dallo “stile floreale” – selezionando i pezzi figuranti fiori – come la sua ultima fatica, un albero musivo che adorna l’angolo smussato di due pareti, che accarezza continuamente – con quel panno umido – proprio come un padre fa con i propri figli.

Il viaggio all’interno del suo eremo, non poteva che concludersi con un “arrivederci”, considerato che un pomeriggio risulti riduttivo per poter apprendere la lezione culturale di una vera e propria istituzione artistica, forse, incompresa. Ma c’è tempo, perché “all’ombra dell’ultimo sole – Faber non me ne vorrà – non si è assopito il professore”.

 Al professore Nino Renda gli auguri più sinceri per il suo 85esimo compleanno, da tutto lo staff di Monreale News.

 

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· Enzo Ganci · Editoriali

Non occorre essere dei navigati sociologi o degli esperti psicologi per capire quale sia il sentimento comune che alberga, ormai da domenica scorsa, nel cuore di ogni monrealese.

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