Il Servizio Civile Universale? Un percorso che ti segna la vita

Lettera di una volontaria congedata, ieri il suo ultimo giorno alla Casa del Sorriso

MONREALE, 15 gennaio – Per definizione, il Servizio Civile Universale è "un impegno per gli altri, una partecipazione di responsabilità, una occasione per crescere confrontandosi; è un modo per conoscere diverse realtà, per capire e condividere, una forma di aiuto a chi vive in disagio o ha minori opportunità, è un atto di amore e di solidarietà verso gli altri".

Ciò che nessuno ti spiega, però, è l'enorme carico di emozioni che si susseguono nell'arco di un anno: paura nel non riuscire ad approcciarsi nel modo giusto ai bambini, voglia di fare, voglia di aiutare, gioia, dolore, dispiacere, nervosismo, amore. Il 15 gennaio 2020 inizia questo fantastico percorso, dopo una breve formazione dove ci vengono spiegate in linea massima i nostri compiti e averci presentato le responsabili delle casette (Osservazione, Giovanile e Lavoratori), veniamo smistati in base alle nostre preferenze esplicitate in un precedente colloquio conoscitivo, nelle rispettive casette di appartenenza, dove ci vengono presentati i bambini, le mamme presenti nella struttura e gli altri educatori. La prima cosa che ci hanno detto è stata "Non affezionatevi troppo, qui i bambini vanno e vengono. Ricordatevi che non dovete assecondarli in tutti i loro capricci. Siamo qui per educarli, per dargli quei valori che la famiglia non può dargli". Dopo averci spiegato come funzionavano i turni e in modo più dettagliato lo svolgimento della giornata, facciamo un giro per la casa e infine veniamo lasciati liberi di organizzarci in base alle proprie esigenze, ma in modo equo, i turni della settimana.
Il primo mese è stato un vero e proprio abituarsi a nuovi ritmi, imparare ad occuparsi di più bambini contemporaneamente e ad ottenere la loro fiducia, la oro complicità, ma allo stesso tempo fargli capire di essere sia figure autoritarie da ascoltare, sia punti di riferimento.
Il primo vero cambiamento a cui abituarci arriva dopo un mese circa, con l'inserimento di una minore: si inizia a respirare un'aria molto tesa e motivata, tra l'incertezza del momento preciso in cui sarebbe arrivata la piccolina, la preparazione della camera, occuparsi di una nuova bimba senza trascurare nessuno, imparare come occuparsi di una bambina così piccola.
Nonostante il trambusto iniziale, le giornate passano tranquille, tra accompagnare e andare a prendere i minori a scuola, organizzare attività pomeridiane quali pasta di sale, baby dance e attività manuali e ricreative, fin quando l'11 Marzo viene dichiarata la pandemia globale. 
Conoscendo i ritmi della comunità noi volontari facciamo spallucce consapevoli del fatto che l'unica differenza sarebbe stata quella di iniziare ad usare i dispositivi di sicurezza e limitare i contatti fisici, ma che la nostra routine lavorativa non sarebbe cambiata. Alle ore 14.00 circa, invece, arriva la comunicazione di congelamento delle attività del servizio civile. Il giorno dopo arriva la comunicazione dell'arrivo per alcuni minori che gli permetteva di lasciare definitivamente la comunità e tornare a casa. Quel messaggio genera un vortice di emozioni tra noi volontari, dalla felicità al dispiacere di non averli potuti salutare per bene.
Forse è stato già dalla prima settimana di quarantena che abbiamo iniziato ad avere la consapevolezza di quanto ci mancasse il vedere scorrazzare per la casa quei bimbi così sfortunati ma che ci stavano inconsapevolmente insegnando tanto. 
Il 15 aprile arriva la comunicazione che le attività del servizio civile sarebbero riprese con alcune differenze: per evitare assembramenti i ragazzi si sarebbero occupati delle attività nelle zone esterne della struttura, mentre le ragazze sarebbero rimaste dentro le casette, con mascherina e guanti.
Si ricomincia con una nuova carica, felici di riabbracciare quelle creaturine e di tornare a quella che nel giro di tre mesi era diventata la nostra normalità. 
Tra compiti assegnati dagli insegnanti e laboratori organizzati in collaborazione con gli educatori, si trascorre un'estate felice, ricca di bei momenti, di arrivi di nuovi utenti, ma anche di partenze di altri.
Il periodo più magico è stato, senza dubbio,  quello natalizio. Dal fare l'albero insieme, al decorare tutta la casetta con lavoretti e disegni fatti interamente dai bambini. In più l'amministrazione, come regalo, ci ha dato l'opportunità di portarci i minori a casa per i giorni di Natale e capodanno, trascorrendo delle giornate diverse e facendo fare esperienze nuove ai piccoli, permettendoci di creare un legame ancora più forte. 
Il 14 Gennaio 2021, alle ore 20.00, si firma l'ultimo giorno da Volontario del Servizio Civile.
Personalmente non avrei mai immaginato di dire "Non voglio prendere gli ultimi giorni di ferie che mi rimangono perché voglio godermi gli ultimi giorni coi bambini", oppure di voler festeggiare il compleanno con quelle creaturine che ti cantano Tanti auguri" per una settimana di fila.
Inevitabilmente si ripensa a quando tutti i giorni si perdeva 5 minuti di tempo prima di posare la propria borsa perché dal momento in cui si entrava in casetta, tutti i bambini ti correvano incontro col sorriso più bello che hanno e con gli occhi pieni di gioia; si ripensa a tutti quei momenti sui divani con 3 bambini in braccio e gli altri attorno, a giocare ad andare a scuola, a farsi le coccole, al dottore, ad essere in un ristorante o in una parrucchieria.
Questa esperienza mi ha fatto diventare grande emotivamente, forte per alcune situazioni difficili che si vengono a creare, ma anche un po' bambina, nella voglia che si ha di ballare "ci son due coccodrilli" o cantare a squarciagola  "A Natale puoi".
Grazie.
Grazie ai piccoli Vito, Alberto, Ludovico, Erika, Giulio, Marianna, Michelle, Vitalba, Martina, Marica, Esmeralda, Sofia, Antonio, Bryan, Jonathan, Alessia, Jasmine e Noemi per avermi insegnato cosa significa amare incondizionatamente.
Grazie alle "piccole" ma grandi madri Stefania, Nina, Giovanna e Lidia per avermi insegnato come trattare coi loro figli e avermi permesso di occuparmi di loro.
Grazie a tutti i miei colleghi, complici e compagni di avventura, principalmente a Elena, Simona, Laura, Salvo, Filippo, Francesco e Riccardo, senza i quali non sarei resistita 10 minuti senza impazzire.
Ma soprattutto grazie agli educatori Matilde, Vito, Giulia, Mimma e Teresa, che hanno saputo trasmetterci la loro passione, che ci hanno accolto a braccia aperte e assecondato nei nostri momenti di "infantilità".
Grazie a Vanessa, per averci dato aiuto e sostegno morale ogni giorno.
Grazie a tutta l'amministrazione per averci permesso di fare questa esperienza, per averci fatto conoscere al 100% un mondo di cui molti di noi ignoravano e per averci dato fiducia.
Spero che tutti possano avere l'opportunità di fare questa esperienza che, inevitabilmente, cambia il nostro modo di vedere la realtà.