''Roma a Monreale'': tema del convegno sul mecenatismo di Ludovico II de Torres

Al centro dell’evento autorevoli approfondimenti sul Crocifisso ligneo e la statua bronzea di San Giovanni Battista custoditi nel duomo di Monreale

MONREALE, 28 settembre – Scoperte, approfondimenti e studi davvero interessanti quelli presentati ieri pomeriggio durante la sessione di studio tenutasi all’interno del duomo di Monreale. Dopo quasi quattrocento anni l’occasione della presentazione del restauro del Crocifisso ligneo conservato in Cattedrale ha consentito di approfondirne la storia. Legata per alcuni aspetti alla statua bronzea di San Giovanni Battista, anch’essa all’interno del duomo, entrambe le opere sono frutto dell’importante azione storico-artistica attribuita al cardinale Ludovico II de Torres.

Ma non solo un momento di approfondimento sulla storia di queste due esemplari opere, ieri pomeriggio sono infatti stati presentati gli esiti degli studi che hanno portato ad ipotesi relative all’attribuzione delle due opere fino ad oggi rimaste incerte. Ad aprire il convegno è stato l’intervento di Don Nicola Gaglio, arciprete della Cattedrale, a seguire i saluti istituzionali dell’assessore ai Beni Culturali del Comune di Monreale, Letizia Sardisco. Ad aprire i lavori, invece, gli interventi di Maria Concetta Di Natale, direttore del museo diocesano di Monreale, e di Raffaele Bonsignore, presidente della Fondazione Sicilia che ha avuto un ruolo importante ai fini del restauro dell’opera.

Dopo l’intervento di Maurizio Vitella, professore dell’Università di Palermo, che ha riguardato la figura di Ludovico II de Torres quale ''Vescovo della Riforma Cattolica'', è stata la volta della relazione del professore Andrea Bacchi dell’Universita’ di Bologna sul tema della provenienza romana del Crocifisso ligneo.

Tema della relazione del professor Bacchi è stata la descrizione minuziosa e ricca di particolari del Crocifisso ligneo particolare per la sua imponenza. La scultura in legno della fine del ‘500, alta ben 270 cm, in origine dovette avere una diversa collocazione rispetto all’attuale. Lo studioso ha infatti ricordato che nel 1596 all’interno del duomo c’erano tre croci: una al centro e due alle absidi. Il Crocifisso ligneo sarebbe, secondo lo studioso, quello originario dell’altare maggiore spostato nel ‘600 sul laterale mentre gli altri due sarebbero andati dispersi nel tempo. L’ipotesi avanzata durante il convegno è stata quella di legare l’esecuzione del Crocifisso ligneo con l’attività degli intagliatori Gesuiti, in particolare a personalità come quella di Francesco Brunelli, o forse, più propriamente, allo scultore e architetto Giovan Battista Montano, grandissimo intagliatore di cui abbiamo tanti documenti ma poche opere e che lavorava per la famiglia dei Mattei, cognati di Ludovico II de Torres.

Sulla stessa scia che collega Roma a Monreale l’intervento del professore Tancredi Farina, della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di L'Aquila e Teramo, che ha approfondito il tema della committenza di Ludovico II de Torres per la cappella di San Castrense. Ideata tra 1591 e 1596, principali elementi sono l’altare con edicola di marmi policromi il cui fulcro è la statua inginocchiata dell’arcivescovo, che presenta molte analogie con la struttura della tomba di Sisto V a Santa Maria Maggiore. L’identità degli artisti che vi hanno operato anche qui non è certa ma è stato presentato il contributo che attraverso gli archivi, è stato possibile fornire mediante le testimonianze dei pagamenti rispetto alle operazioni di accompagnamento dei marmi in Sicilia.

A seguire a prendere la parola è stato il professore Fernando Loffredo, della State University of New York at Stony Brook, il quale ha portato a conoscenza del pubblico le grandi scoperte sulla statua bronzea di San Giovanni Battista, fornendo anche una precisa ipotesi sull’autore. Opera di grande valore storico perché dedicata a Ludovico II de Torres e risalente al 1604, rappresenta una testimonianza unica nel panorama artistico a cavallo tra i due secoli. L’arrivo da Roma a Monreale è confermato da un documento doganale che registra l’uscita dell’opera da Roma e l’invio a Monreale. Testimonianze romane, soprattutto legate ad una copia in bronzo di originale in legno che si trova nella Confessione di San Giovanni in Laterano farebbero scorgere delle somiglianze con la nostra statua bronzea di San Giovanni che però è pienamente a tutto tondo. Il nome proposto per l’ipotesi di attribuzione dell’opera sarebbe, in questo caso, quello dello scultore Stefano Maderno.

In chiusura l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, ha concluso il dibattito, ribadendo l’importanza storica del suo illustre predecessore e della testimonianza artistica di notevole pregio costituita dalle opere oggetto di studio presentate al pubblico durante il convegno. Tra il numeroso pubblico intervenuto alla manifestazione è stata presente anche una delegazione di studenti dell'Istituto di istruzione superiore ''Basile-D'Aleo'' di Monreale, guidata dai rispettivi docenti.