La prevenzione, il modo migliore per combattere l’Aids

Ieri la Giornata Mondiale della lotta contro il primo virus dell’era moderna

MONREALE, 2 dicembre – "Fare una terapia precoce significa poter avere una diagnosi precoce ed è il miglior modo di fare prevenzione", commenta Antonio Cascio, direttore del reparto di “Malattie Infettive” e del “Centro Regionale di Riferimento AIDS e Sindromi Correlate” del Policlinico “Giaccone” di Palermo.

È stata celebrata ieri la Giornata Mondiale della lotta contro l’Aids, il primo virus dell’era moderna. Nell'area di solito dedicata al drive in tamponi del Policlinico di Palermo sono stati eseguiti test gratuiti HIV e HCV e in anonimato continueranno ad essere offerti dal lunedì al venerdì. Nel gazebo erano presenti dirigenti medici della Unità Organizzativa Complessa di Malattie insieme agli specializzandi.
"Stop alle diseguaglianze. Stop all'Aids". È lo slogan che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto per la giornata mondiale contro l'Aids. Sconfiggere l’epidemia entro il 2030 è, inveve, l'obiettivo che si prefigge di centrare l'Oms.

"I test rapidi sono attendibili - spiega il professore Cascio - fare una diagnosi precoce in un paziente HIV positivo è fondamentale. La persona infetta - prosegue - potrà assumere la terapia il prima possibile e avrà garantita una qualità e durata della vita uguale a quella di una persona HIV non infetta. Inoltre un soggetto infetto che assume la terapia non sarà più fonte di contagio quindi si interrompe la catena del contagio. Se noi vogliamo bloccare in Italia l'epidemia - conclude - dobbiamo fare una diagnosi precoce e mettere tutte le persone positive in trattamento. Avranno un grande beneficio loro e tutta la comunità".
Di Aids si continua a morire anche in Sicilia. Nel grafico riportato in basso, è indicata la percentuale dei pazienti ricoverati per infezioni da HIV complicata che sono deceduti durante il ricovero presso il Policlinico “Giaccone” di Palermo. "Sicuramente per colpa del Covid - dice il direttore del reparto Malattie infettive - le attività di screening non sono state eseguite con regolarità, sicuramente rispetto agli anni passati ricoveriamo solo pazienti con uno stato più avanzato di malattia ma il virus continua a circolare in silenzio e la diagnosi tante volte purtroppo è tardiva".

I numeri dell’Aids in Italia
I dati relativi al 2020 hanno risentito dell’emergenza Covid-19. Questi i più significativi:
Nuove diagnosi
• Nel 2020, sono state effettuate 1.303 nuove diagnosi di infezione da Hiv pari a 2,2 nuovi casi per 100.000 residenti.
• L’incidenza (casi/popolazione) osservata in Italia è inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra le nazioni dell’Unione Europea (3,3 nuovi casi per 100.000).
• L’incidenza delle nuove diagnosi Hiv è in diminuzione dal 2012, con una riduzione più evidente dal 2018 e particolarmente accentuata nell’ultimo anno. Nel 2020, l’incidenza più elevata di nuove diagnosi Hiv si riscontra nella fascia di età 25-29 anni.
• Dal 2018 si osserva una evidente diminuzione dei casi per tutte le modalità di trasmissione. La modalità di trasmissione più frequente è attribuita a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) ed è superiore a quella attribuibile a rapporti eterosessuali (maschi e femmine). Tra i maschi, più della metà delle nuove diagnosi Hiv è in MSM. Dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi Hiv in stranieri.
• Nel 2020 più di 1/3 delle persone con nuova diagnosi Hiv scopre di essere Hiv positivo a causa della presenza di sintomi o patologie correlate all’Hiv.
Nuovi casi di Aids
• Sono 352 i nuovi casi di Aids, pari a un’incidenza di 0,7 nuovi casi per 100.000 residenti.
• L’80% dei casi di Aids segnalati nel 2020 era costituito da persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di Aids.
• Rimane stabile il numero di decessi in persone con Aids.