Perché il comune parte civile nel processo San Martino? Semplice: perché lì c’è il mio nome

Sulla questione interviene Piero Capizzi: “Scelgo il sarcasmo, ma è una vicenda paradossale”

MONREALE, 10 marzo – “Non credo che ci voglia un grosso sforzo di fantasia per comprendere quali siano stati i criteri che hanno indotto l’amministrazione comunale a costituirsi parte civile nel processo relativo al cimitero di San Martino e ad astenersi dal farlo, invece, in quello del cimitero di Monreale”.

Lo afferma l’ex sindaco di Monreale Piero Capizzi, dopo la presentazione da parte dei consiglieri comunali di Forza Italia, Mimmo Vittorino e Silvio Terzo, dell’interrogazione volta a chiarire i criteri di questa scelta operata dalla giunta.
“È del tutto evidente – afferma Capizzi – che la chiara e lampante discriminante sia una sola: la presenza del nome di Piero Capizzi nel processo relativo al cimitero di San Martino, assieme a quello di alcuni dipendenti comunali, peraltro prosciolti senza alcuna macchia per una vicenda nella quale, data la natura privatistica del cimitero, il danno eventualmente subito dal comune sarebbe davvero di ridottissima portata.

Nel processo relativo al cimitero di Monreale, dove invece il comune potrebbe risultare seriamente danneggiato, non figura il mio nome e quindi la costituzione di parte civile non ha alcun senso. Mi viene difficile, seppur amaramente, – prosegue l’ex sindaco – non fare ricorso al sarcasmo per giustificare una situazione che ritengo paradossale. E lo diventa ancora di più se si pensa che nell’ambito di un altro procedimento, per turbativa d’asta, risalente al 2015, contestato dalla Procura della Repubblica come in pregiudizio del Comune di Monreale la giunta municipale abbia inspiegabilmente deciso, con atto formale, di non costituirsi parte civile, richiamando il parere di fornito dal dirigente dell’area Gestione del Territorio, ingegnere Maurizio Busacca, peraltro coinvolto in prima persona nel processo cimitero, e non ritenendo, invece, di chiedere quello del segretario comunale, nella sua veste di responsabile anti-corruzione.
Credo che più che agli amici e colleghi consiglieri di Forza Italia che hanno presentato l’interrogazione, l’amministrazione una risposta esauriente debba darla alla cittadinanza, ma prima ancora alla propria coscienza.