Clima: quando per dare un nome al caldo si scomodano i miti

Da Scipione a Caronte, a Minosse e adesso pure... Lucifero

MONREALE, 24 agosto - Che questa finora sia stata un'estate calda è esperienza di tutti noi e non è escluso che il peggio debba ancora tornare, con la minaccia di nuovi records e temperature pericolosamente vicine ai 40 gradi.

Subito dopo sarà la volta di perturbazioni, previste con il veloce passaggio del ciclone "Beatrice", che i metereologi danno per questo fine settimana. Al caldo, quindi, abbiamo cercato di far fronte: climatizzatori regolati "a palla", gite pomeridiane ai Centri Commerciali e, beato chi può ancora, lunghi stazionamenti in ammollo, a mare. L'insofferenza mostrata da molti così come l'impotenza, invece, sovviene a far i conti con i nomi attribuiti agli anticicloni che continuano ad assediare il nostro stivale.

E così dopo Scipione, Caronte, Minosse, Ulisse e Nerone, ecco presentarsi un nuovo imperatore romano ad arricchire le figure mitologiche di questi mesi: Caligola vero e proprio spauracchio di chi è costretto a rimanere in città, di chi è più sensibile al caldo, come bambini e anziani, ma anche di agricoltori e vigili del fuoco, visto che le temperature africane rendono decisamente più arduo il compito di chi tanto si impegna per arginare e spegnere i moltissimi incendi che quasi ininterrottamente, per cause naturali e dolose, divampano nei nostri territori.

Come se non bastasse, in queste ore stiamo ancora soffrendo dei "titoli di coda" del settimo anticiclone stagionale, dal nome perfino più altisonante e sicuramente eloquente: Lucifero.

Forse, stavolta, l'intento nomenclativo è stato quello di lasciare alla storia un nome riconducibile anche all'affermazione ormai di uso comune "fa un caldo infernale"?

Di recente gli esperti del settore sembrano essersi allineati con gli americani che da tempo chiamano gli uragani con nomi propri di persona (fino al 1979 erano soltanto femminili) ed ai Paesi anglosassoni che decenni di anni fa presero l'usanza di assegnare i nomi di figure storiche.

Certo, è stata davvero una conquista il meteo, specialmente per la navigazione navale ed aerea, tutt'altra cosa è però la sfida, a colpi di "penna" - anzi, di tastiera -, alla quale recentemente assistiamo da parte degli esperti, proprio per l'assegnazione (arbitrale) dei nomi da appioppare alle varie perturbazioni climatiche. Una vera e propria sfida sul secondo, perchè in realtà, non esiste un organo ufficiale competente in tal senso: il battesimo è dato da chi prima individua il fenomeno meteorologico in arrivo.

Insomma, noi combattiamo contro il caldo e l'afa, mentre i vari servizi meteo sembrano combattere tra loro in quella che ormai è diventata la "Guerra del Meteo". Nomenclature informali nate sul web, che tuttavia continuano a fare breccia tra i mezzi di informazione italiani, sovrapponendosi a quella ufficiale con cui l'Istituto di Meteorologia dell'Università di Berlino nomina anticicloni e depressioni che si avvicendano nei cieli d'Europa.

Vedremo più in là cosa faranno con le ondate di freddo. Ma, già da ora possiamo esser certi che tireranno in ballo, Cocito, il dantesco lago ghiacciato dell'Inferno o peggio ancora ricorrendo a personaggi della storia recente affermeranno "è in arrivo Garibaldi o Vittorio Emanuele o Mussolini o Badoglio", per indicare correnti d'aria fredda provenienti da Nord. Sui contemporanei poi non ci sarà che l'imbarazzo della scelta.

Con questo non voglio avviare – o forse sì - una discussione su quanto sia intrinsecamente umano dare un nome alle cose e su quanto tale meccanismo innato sia alla base del linguaggio, della comunicazione e della conoscenza degli uomini, solo esprimere il dubbio di molti.

Insomma, sarebbe davvero il caso di stabilire regole precise e univoche, evitando di dare l'errata impressione che i meteorologi, anziché concentrarsi nel prevedere eventi atmosferici pericolosi, litighino sul nome degli anticicloni! Mi chiedo dove sia finito il buon vecchio anticiclone delle Azzorre ed a questo punto speriamo solo che il prossimo sia un inverno nella norma, altrimenti aspettiamoci di essere vittime della tempesta Thor o della bufera Nettuno.