Incendio di San Martino del 13 luglio scorso: natura dolosa, ma nessun colpevole

La Procura chiede l'archiviazione a carico di ignoti

PALERMO, 18 aprile - La Procura della Repubblica di Palermo ha richiesto l'archiviazione del procedimento a carico di ignoti per il reato di incendio boschivo del 13 luglio dello scorso anno che ha colpito la vasta area della città di Palermo compresa tra Monte Cuccio, Bellolampo e San Martino delle Scale.

L'attività di indagine ha consentito di appurare che l'incendio si è sviluppato all'interno dell'area di una cava in disuso ed è stato appiccato direttamente su materiale vegetale. Le operazioni di spegnimento sono durate 3 giorni consecutivi e senza sosta e sono state curate dal Corpo Forestale Regionale. Purtroppo le attività investigative hanno accertato che l'incendio non si è sviluppato per cause naturali o di autocombustioni, ma non si è riusciti ad individuare gli autori del gesto e, conseguentemente, il caso deve essere archiviato.

A renderlo noto è Salvino Caputo, che aveva presentato un esposto al Procuratore di Palermo Francesco Messineo per chiedere l'accertamento delle cause e la natura dell'incendio al fine di verificare se quanto accaduto il 13 luglio era avvenuto per cause naturali o, invece, per dolo. "Le indagini hanno consentito – dichiara Caputo – di verificare che l'evento non si è verificato per cause naturali. Ricordo le proporzioni dell'incendio che ha richiesto tre giorni di impegno del Corpo della Forestale con rischio anche per gli stessi operatori.

E' stato un episodio gravissimo – continua Caputo – che ha messo in pericolo l'incolumità pubblica perché le fiamme erano giunte a lambire le abitazioni ma certamente ha creato gravissimi danni all'ambiente, alle zone boschive e al territorio per l'elevato rischio idrogeologico. Episodi gravissimi – conclude Caputo – che non avvengono per cause naturali, ma forse vengono provocati per interessi prestabiliti finalizzati a speculazioni o interessi illeciti".