Don Puglisi, è beato il parroco che oppose il Vangelo alla mafia

Più di 100 mila persone nell'area del Foto Italico 

PALERMO, 26 maggio - Da ieri è beato il sacerdote ucciso dalla mafia. Padre Pino Puglisi, per il quale erano inscindibili la passione per Cristo e quella per l'uomo, e' stato ammazzato su ordine dei boss Graviano il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno, e Benedetto XVI ha riconosciuto che l'esecuzione fu "martirio", consumato "in odio alla fede".

Ieri la proclamazione della Chiesa, dai toni semplici, sulla spinta di un popolo che ha partecipato in massa: almeno centomila persone sul grande prato verde del Foro Italico, davanti all'altare con alle spalle il mare. Si potra' adesso celebrare la sua festa ogni anno il 21 ottobre.

"Accogliendo la domanda del nostro venerabile fratello, il cardinale di Santa Romana Chiesa Paolo Romeo, e di molti altri fratelli vescovi e di moltissimi fedeli - ha affermato la lettera apostolica letta dal rappresentato di Papa Francesco, il cardinale Salvatore De Giorgi - concediamo che il venerabile Servo di Dio Giuseppe Puglisi, presbitero diocesano, martire, pastore secondo il cuore di Cristo, insigne testimone del suo regno di giustizia e pace, seminatore evangelico di perdono e riconciliazione, sia d'ora in poi chiamato Beato". L'arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, nella sua omelia ha detto che il sorriso e l'azione del parroco di Brancaccio, instancabile e gioioso educatore, che nelle strade degli uomini cercava l'incontro e il dialogo, hanno sconfitto Cosa nostra: "Piu' guardiamo il volto di don Pino Puglisi", di cui durante il rito e' stata disvelata solennemente una grande foto, "piu' sentiamo che il suo sorriso ci unisce tutti. Sorride ancora don Pino. La Chiesa riconosce nella sua vita, sigillata dal martirio in odium fidei, un modello di imitare". "La mano mafiosa che il 15 settembre 1993 lo ha barbaramente assassinato - ha aggiunto - ha liberato la vita vera di questo 'chiccho di grano', che nella sua opera di evangelizzazione moriva ogni giorno per portare frutto. Sottraeva alla mafia di Brancaccio consenso, manovalanza, controllo del territorio". L'azione "assassina, di prevaricazione e di morte" dei mafiosi "ne rivela la vera essenza". Cosi' ha rilanciato l'anatema-scomunica di Papa Giovanni Paolo II dalla Valle dei Templi: "Convertitevi, uno giorno verra' il giudizio di Dio".

Il martirio del nuovo beato "ci interpella tutti, come comunita' ecclesiale, a vincere ogni forma di male", agendo "secondo il binomio che in Puglisi sintetizzo' insieme evangelizzazione e promozione umana. Beato martire Giuseppe, il tuo sangue continuera' a fecondare questa Chiesa". "Il giorno dell'omicidio Palermo pianse, oggi e' nella gioia perche' da quel sangue e' nato un popolo nuovo", ha detto il postulatore della causa di beatificazione monsignore Vincenzo Bertolone.

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