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Rischio asta per un bene confiscato a boss Agrigento? Allarme di Caputo

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Si tratta dell terreno in contrada Verzanica, assegnato al Comune

MONREALE, 15 dicembre - «Decine di ettari di terreno, ricadenti in contrada Verzanica e confiscati al boss di San Giuseppe Iato, Giuseppe Agrigento, trasferiti nel 2000 al patrimonio definitivo del Comune di Monreale ed assegnati attraverso il Consorzio Sviluppo e Legalità alla cooperativa sociale Pio La Torre, dopo dieci anni rischiano di essere messi all'asta per soddisfare un mutuo concesso dalla banca al boss di Cosa nostra».

A dichiararlo è Salvino Caputo, vicesindaco di Monreale con delega ai Beni Confiscati e componente la Commissione regionale Antimafia, che ha scritto al Direttore generale della Agenzia nazionale per i beni confiscati perchè intervenga per bloccare le procedure esecutive. «La Societa' Island Refinancing – ha continuato Salvino Caputo – dopo avere notificato un atto di precetto al Comune di Monreale per il recupero della somma di 160 mila euro a fronte del prestito concesso nel 1994 a Giuseppe Agrigento, ha chiesto al Tribunale di Palermo, sezione Misure di Prevenzione, di dichiarare la efficacia della ipoteca iscritta sull'immobile e procedere successivamente alla vendita all'asta dei terreni. Siamo di fronte ad una vicenda paradossale che, se accolta, rischia di stravolgere l'intero sistema delle confische e dell'utilizzo dei beni per finalità pubbliche o sociali. Se il Tribunale dovesse riconoscere il diritto della banca – ha affermato Salvino Caputo – i giovani della cooperativa Pio La Torre, che da oltre 10 anni lavorano con coraggio sui beni sottratti alla mafia, dovrebbero rilasciare il bene immobile o pagare 160 mila euro al creditore. Con il sindaco di Monreale Filippo Di Matteo abbiamo dato incarico ad un legale di costituirsi in giudizio per difendere il bene immobile, ma è chiaro che rischia di saltare un sistema antimafia fondato sul principio della gestione dei beni confiscati e sulla buona fede di chi riceve il bene».

· Enzo Ganci · Editoriali

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