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"Così non ci stiamo più". I "dissidenti" del Partito Democratico monrealese contro il segretario Toti Zuccaro

"Pronti ad aprire un nuovo circolo. Così si va a sbattere"

MONREALE, 18 giugno – Che il Partito Democratico monrealese fosse una bomba ad orologeria era noto a tanti. Soprattutto a chi le vicende politiche le vive più da vicino. Che esplodesse adesso, in tutto il suo fragore, però, non erano in tanti a pronosticarlo.

La “deflagrazione” arriva con una lettera aperta indirizzata al segretario provinciale del partito, Carmelo Miceli, sottoscritta da un numero consistente di “maggiorenti” dei democratici monrealesi.

Un robusto gruppo di attivisti del partito, qualche giorno fa definiti, con un termine in voga ai tempi dell’Unione Sovietica, “dissidenti”. I firmatari del documento che da ora in avanti farà da vero e proprio spartiacque nella conduzione del PD monrealese sono: l’ex deputato nazionale Tonino Russo, i consiglieri comunali Rosanna Giannetto, Rossella Pica e Manuela Quadrante, ed una serie di attivisti, titolari in passato di cariche varie: da Massimiliano Lo Biondo a Salvatore Leto, Lillo Sanfratello, Salvino Mirto, Lillo Aricó, Andrea Quadrante, Giuseppe Leto, Salvo Sardisco, Marco Intravaia, Tonino Cammarata, Fabio Zanetti, Maurizio Sciortino, Renato Galano, Anna Leto.

Dal gruppo arriva una raffica di accuse ad “alzo zero” nei confronti della segreteria del partito, che, dopo il congresso del 26 ottobre 2013, è guidato da Toti Zuccaro. E le “bordate” non risparmiano nessun aspetto della sua gestione: dalla scelta di conferire al fratello Ignazio l’incarico assessoriale, facendo un passo indietro, alle modalità del tesseramento precedente al congresso, alla mancanza di dialogo con la città, arrivando pure alle critiche per la gestione economica del partito.
Insomma, da domani potrebbe prendere il via un “day after”, che potrebbe portare pure all’apertura di una sezione “parallela” del partito a Monreale. Scelta questa che avrebbe inevitabilmente delle conseguenze sulle decisioni da adottare nei confronti dell’amministrazione comunale.

La lettera parla di una “conduzione del PD monrealese frutto di un tesseramento innaturale, cresciuto negli ultimi giorni prima del congresso di oltre il 500 per cento. Il risultato è stato un segretario tutt'altro che unitario. Sarebbe servito più equilibrio per rappresentare un bisogno di collegialità e divenire espressione condivisa di una necessaria sintesi. Invece, forzatura dopo forzatura, il segretario si è allontanato sempre più dallo spirito originario del PD”.

La stoccata dei “dissidenti”, come detto riguarda pure la scelta di nominare assessore Ignazio Zuccaro (Sport), fratello di Toti e Sandro Russo (Bilancio), fratello di Silvio, che col segretario ha condiviso molte delle scelte più importanti riguardanti il partito. “Durante la campagna elettorale – dice ancora la lettera – per non dare argomenti e ragione agli avversari, non abbiamo sollevato polemiche nemmeno dinanzi a scelte molto discutibili quanto inopportune come l'indicazione ad assessore del proprio fratello. Successivamente, ci siamo ritrovati un nuovo "motivo di orgoglio": un altro "assessore fratello" anche lui esperto in legami di consanguineità. Stavolta anche con l'aggravante, che a spese della collettività si è dovuto nominare un consulente che facesse da vero assessore al bilancio (il riferimento è a Nino Maraventano, nominato consulente del sindaco Capizzi, ndr)”.

“Sul piano del dialogo con la città - dice ancora il gruppo - mai una sola iniziativa pubblica per parlare di programmi, idee forza e priorità di governo, senza nemmeno pretendere l'umiltà del prestare ascolto. Ancora oggi questa macroscopica deficienza pesa enormemente nell'assenza di linee guida condivise che accompagnino gli assessori ed i consiglieri nel loro lavoro, oltre che nel regolare correttamente i rapporti di coalizione. Ciò che però preoccupa di più è la assoluta assenza di un progetto di breve, medio e lungo periodo. Anche la gestione del sottogoverno non sempre è stata costruita su criteri certi e di valorizzazione delle professionalità più appropriate. È emerso sempre uno slogan "c'è spazio per tutti". Ovviamente, purché si presti fedeltà al vertice ristretto del gruppo dirigente”.

Nella loro lettera, inoltre, i “dissidenti” entrano a gamba tesa pure sulla gestione economica del partito: “A differenza che nella precedente gestione – scrivono - oggi non si riesce ad avere contezza della situazione finanziaria: nessun conto consuntivo, nessun bilancio preventivo, nessuna certezza sui fondi del tesseramento, nessuna su quelli provenienti dalle primarie, meno che mai sulla quota dei gettoni degli assessori e di ogni altro esponente istituzionale.
Il documento, destinato inevitabilmente ad alterare gli equilibri politici locali si conclude con i propositi: “Nonostante tutto – afferma il gruppo - resterà intatto il nostro impegno e la continuità della nostra idea di politica dentro il partito democratico. Ma così noi non abbiamo intenzione di continuare. Pensiamo che occorra rivedere tutto quel che non va nel partito monrealese. Magari, non da soli e con la collaborazione della segreteria provinciale.

In merito all'amministrazione comunale, di concerto col sindaco ed il resto della maggioranza bisogna giungere in fretta ad un verifica vera e profonda, perché il rischio è che si vada a sbattere.
In ragione di ciò, pertanto, siamo portati a prendere le distanze da ogni scelta unilaterale che l'attuale segreteria cittadina possa compiere.
In assenza di fatti nuovi, valuteremo tutte le possibilità di cittadinanza politica che lo statuto del pd consente, non ultima l'istituzione di un nuovo circolo così come accade in tante altre città meno popolose della nostra. Allo stesso modo, in Consiglio comunale ed in rapporto alla giunta, come sempre, metteremo al primo posto gli interessi della città, a costo di dar qualche dispiacere alla "ditta" ed al suo ristretto consiglio d'amministrazione”.