Città metropolitane, la legge di riforma delle Province sarà riscritta

Il Consiglio dei Ministri l'aveva già impugnata con un ricorso alla Corte Costituzionale

PALERMO, 9 ottobre – “Ricominciamo” è il refrain che in queste ore segna il passo del ritiro della legge regionale sulla riforma delle Province siciliane, approvata lo scorso mese di luglio dal governo Crocetta. Salta, come è ovvio, anche la data fissata per l'elezione del sindaco metropolitano di Palermo, Messina e Catania e dei presidenti dei Liberi consorzi dei comuni.

Tutto da rifare, quindi. La legge di riforma, sulla quale peraltro gravava già un'impugnativa di Palazzo Chigi per la mancanza degli strumenti gestionali necessari ed opportuni e la negativa incidenza sui bilanci pubblici e sui servizi che i nuovi consorzi devono gestire per i cittadini, è già in corso di modifica.

Il nuovo disegno di legge che ridisegnerà l'assetto istituzionale nell'Isola, “riveduto e corretto”, infatti, è approdato in giunta lo scorso 7 ottobre e, secondo le direttive “Delrio”, prevede l'istituzione di un “Consiglio” del Libero consorzio e della città metropolitana e la figura di un presidente che verrà eletto seguendo il criterio del “voto ponderato” che attribuisce un “peso” al voto del sindaco proporzionale alla popolazione del Comune che è guidato da quel primo cittadino.

Inoltre, i componenti della giunta dei Consorzi e delle aree metropolitane saranno nominati dal presidente dell'ente e scelti tra i consiglieri dell'ente stesso, l'assemblea del Libero consorzio e la Conferenza metropolitana saranno composte dai sindaci dei comuni appartenenti all'ente, la carica di sindaco del Consorzio sarà svolta a titolo gratuito, così come nelle altre regioni italiane.

Inoltre, è stata soppressa la norma che avrebbe impedito a Leoluca Orlando e Enzo Bianco di concorrere all'elezione per la guida dei nuovi enti e che prevedeva il divieto di candidatura per quei sindaci “il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni”.
Infine, azzerata l'attribuzione di particolari funzioni e specifiche competenze attribuite dal Governo Crocetta ai neonati enti intermedi, quali il sistema dei rifiuti e la tutela ambientale e fissato il termine di scadenza degli enti che secondo il nuovo disegno di legge rimarranno in carica quattro anni.

Ma, come se tutta questa carne al fuoco non bastasse, la predisposizione del nuovo disegno di legge comporta inevitabilmente l'annullamento della data fissata per l’elezione del sindaco metropolitano di Palermo, Messina e Catania e dei presidenti dei Liberi consorzi dei comuni e quindi la permanenza dei commissari che “rischieranno” di rimanere in carica, conti alla mano, fino al mese di giugno 2016.
Frattanto, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che come quello di Catania, Enzo Bianco si era visto negare dall'Ars la possibilità di correre per l'elezione a sindaco della città metropolitana, riprende la sua corsa.