Complesso Guglielmo: e se la proprietà non fosse del Comune?

CambiAmo Monreale solleva il caso. Capizzi: “Nessuno ha mai rivendicato nulla”

MONREALE, 30 ottobre – La “bomba” non è di quelle che passano via silenziose: il Complesso Guglielmo non appartiene al Comune, ma al Fec, il fondo per gli Edifici di Culto, che fa capo alla Prefettura. Questo, almeno, quello che alcuni consiglieri comunali hanno sostenuto mercoledì scorso durante la seduta consiliare.

Una notizia che, se dovesse corrispondere al vero (l’uso della formula ipotetica è obbligatorio), costituirebbe un bastone tra le ruote di non poco conto per il futuro del sito, il cui piano di gestione è stato approvato mercoledì sera, dopo che l’assemblea ha detto sì all’esternalizzazione del servizio, al termine di una seduta consiliare non priva di polemiche.

Il “siluro” lo ha lanciato all’avvio della discussione Antonella Giuliano (CambiAmo Monreale), prima firmataria di una “pregiudiziale” assieme al capogruppo Giuseppe Guzzo (alla quale si sono aggiunte le firme dei consiglieri Giuseppe Romanotto, Marco Intravaia, Giuseppe La Corte, Chiara Sanfilippo e Giorgio Rincione ) che intendeva stoppare l’iter dell’approvazione del piano, sostenendo, appunto, come la titolarità dell’edificio non appartenesse al Comune, ma, come detto, al Fec. La Giuliano, inoltre, al momento di depositare la pregiudiziale, che è stata acquisita dall’ufficio di presidenza, ha allegato pure un documento della Prefettura di Palermo, contenente l’elenco dei beni mobili che fanno capo ad essa, ivi compreso il Complesso Guglielmo.

Sulla pregiudiziale, però, la maggioranza ha fatto quadrato, rispedendo al mittente il tentativo di stop (7 sì, 16 no e 4 astenuti), ma è chiaro che il caso era già deflagrato e adesso, con ogni probabilità, l’opposizione non mollerà la presa su una questione sulla quale ha puntato molte delle sue carte relative alla vicenda Guglielmo.
“Vogliamo preservare il Comune da eventuali rischi” aveva detto la Giuliano in aula motivando la presentazione della pregiudiziale. L’esponente di CambiAmo Monreale, inoltre, supportata dal capogruppo Giuseppe Guzzo, aveva fatto riferimento ad una riunione, svolta lo scorso 20 ottobre, alla quale avrebbe partecipato pure il sindaco Capizzi in persona, che avrebbe visto sul tappeto proprio la discussione sulla titolarità della proprietà dell’edificio storico.

“L'amministrazione, in maniera del tutto ingiustificata – afferma una nota di CambiAmo Monreale – ha deciso di non tenere conto della nostra richiesta, bocciando la pregiudiziale, votando favorevolmente il piano di gestione oggetto dell'ordine del giorno ma, alla luce di quanto emerso, privo di qualsiasi fondamento. Ci teniamo a precisare - prosegue la nota - che, da parte nostra, non vi è contrarietà ad uno sviluppo del complesso che avrebbe di sicuro ricadute positive sia in termini di posti di lavoro che di affluenza turistica, ma temiamo il danno economico che la scelta indebita dell'amministrazione potrebbe, come già accaduto in passato, provocare per poi ricadere sui cittadini che, ancora una volta, si troverebbero a pagare per la cattiva amministrazione dei suoi rappresentanti politici”.

Sulla vicenda arriva a stretto giro di posta la replica del sindaco, che non rinuncia alla polemica. “Vantiamo un possesso ininterrotto da centocinquant’anni – afferma il primo cittadino – e nessuno mai ha rivendicato nulla. Da vent’anni gli uffici lavorano ai progetti riguardanti il Guglielmo senza che mai nessuno abbia avuto nulla da obiettare. Non ci sono contenziosi in atto, né mai sono arrivate richieste. Fino a qualche giorno fa abbiamo ottenuto finanziamenti cospicui per completare il progetto del Guglielmo sul presupposto consolidato di esserne i proprietari. Allora avremmo ottenuto finanziamenti per anni in maniera abusiva?
Credo si tratti di una polemica pretestuosa. Se CambiAmo Monreale vuole ergersi a difesa di altri enti, lo faccia, assumendosene la responsabilità. Mi stupisco, però, che, in assenza di interventi di altri, siano loro ad intervenire, forse dimenticando l’interesse superiore del Comune, del quale sono amministratori”.

La questione, però, è tutt’altro che chiusa: “Intendiamo approfondire – fa sapere la Giuliano – e condurremo una nostra indagine, dalla quale se dovesse emergere che la situazione è quella che sosteniamo noi, solleveremo la questione davanti agli organi competenti”.