“Il Pd non ha voluto aprire ad un ragionamento risolutivo”

Capizzi spiega le sue scelte, ma la polemica con i Dem è ormai esplosa

MONREALE, 28 settembre – “Il Pd non ha voluto aprire ad un ragionamento risolutivo, perché non ha rispettato il paletto del no al doppio incarico e così ho ritenuto di dare credito alle indicazioni di una buona fetta del gruppo consiliare”.

Con queste motivazioni, in sintesi, il sindaco Piero Capizzi ha spiegato la scelta di inserire Toti Zuccaro e Giuseppe Magnolia nella sua squadra assessoriale. La nomina di Nadia Granà, invece, che rientra nella necessità di inserire almeno una donna nella squadra assessoriale, è scaturita, proprio dopo aver rispedito al mittente la proposta che conteneva il nome della Giannetto, sentito il capogruppo consiliare del Pd, Ignazio Davì. Gli atti sono già stati predisposti, ed a breve diventeranno ufficiali. Venerdì, con ogni probabilità il giuramento dei nuovi assessori.

La scelta del primo cittadino arriva dopo aver individuato nel blocco dei consiglieri comunali che qualche giorno fa avevano ufficialmente indicato i nomi di Zuccaro e Magnolia, “la parte più rappresentativa dei Dem” con la quale poter interloquire per comporre il nuovo esecutivo. “Nulla di personale, ci mancherebbe – spiega il sindaco – ma la proposta del Pd non era ricevibile perché non rispettava il paletto del doppio incarico. Il Partito Democratico sapeva che la proposta che mi ha formulato non era aderente alle indicazioni che avevamo stabilito. La proposta, tra l’altro, non era accettabile parzialmente: non potevo accoglierla per due terzi, in pratica. Quindi ho agito sulla base dell’indicazione dei consiglieri che hanno evidenziato nero su bianco la loro posizione.

Mi dispiace per chi è stato tirato in ballo e gettato in questa “gogna mediatica”, ma, ripeto, la proposta del Pd che mi indicava la Giannetto senza dimissioni immediate avrebbe disatteso quel paletto. Ringrazio ancora una volta – prosegue Capizzi – gli assessori non riconfermati per il lavoro svolto ed il grande impegno profuso e ribadisco che questo rimpasto non deve avere il significato della bocciatura, ma solo l’intento di operare un rilancio dell’azione amministrativa della mia giunta”.

La vicenda, però, qualche strascico lo lascia. Rosanna Giannetto non l’ha presa bene e replica con una nota articolata e non senza polemica al sindaco Capizzi: “Apprendo con stupore alcune affermazioni del sindaco Capizzi – scrive – che mi indicherebbero come la causa del suo rifiuto alla proposta della componente Pd in giunta avanzata dalla segreteria provinciale e concertata con quella regionale. 

Premesso che non era tra le mie priorità ricoprire il ruolo di assessore, che non l'ho ricercato né in precedenza né oggi, e che mi sono messa a disposizione di una richiesta dei vertici del mio partito impegnati a ricercare il rilancio di una esperienza amministrativa fino ad oggi alquanto deludente, ritengo scorrette ed ingiuste le parole ed il comportamento adottato da Capizzi. 

Il sindaco poteva trovare scuse più credibili. Tanto più dopo che ieri mi ha telefonato chiedendomi la garanzia delle dimissioni entro sei mesi. Io ho detto che mi sembrava un pretesto, visto che altri assessori avevano già mantenuto il doppio ruolo e, soprattutto, considerato che la legge lo consente. Cordialmente, sono stata invitata a riflettere e risentirci. Così, dopo qualche ora l'ho richiamato dicendogli che ero disponibile alle dimissioni. A quel punto ho capito che era tutt'altro che sereno: ha cambiato registro e valutazioni tentando di dissuadermi sulla scelta delle dimissioni. Che oggi dica totalmente l'opposto è quanto non ti aspetteresti mai da un sindaco di una città importante come Monreale. 

La verità è che già da qualche settimana l'asse Zuccaro-Capizzi aveva pianificato questo epilogo cercando di scaricare la colpa sul Pd, con tanto di spaccatura profonda. A lui ed ai suoi assessori che hanno il merito di non essere eletti, loro malgrado, auguro comunque un buon lavoro per il bene della città. Ma temo che questa speranza andrà delusa di pari passo con le aspettative che in tanti avevamo sul "cambio di logica".