Beni Confiscati: il Comune approva piano di investimenti

Necessario il finanziamento del Pon Sicurezza per l'utilizzo

MONREALE 12 maggio - Il Comune approva il piano di investimenti dei beni confiscati alla mafia per un intervento complessivo il cui totale ammonta a cinque milioni di euro, che potrebbero essere finanziati con fondi comunitari.

Un lavoro realizzato dall'Ufficio Speciale per i beni confiscati che contiene un elenco di immobili e terreni sui quali sono previsti investimenti produttivi di diversi milioni . Il piano è stato approvato dalla giunta comunale presieduta dal sindaco Filippo Di Matteo. "Abbiamo ritenuto opportuno – ha dichiarato il primo cittadino – prevedere questo piano triennale delle opere da realizzare nei beni confiscati alla mafia, in quanto riteniamo che il contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata sia molto importante per lo sviluppo del nostro territorio e rappresenti un forte strumento per far crescere la nostra comunità".

Questo lavoro è stato realizzato per coordinare le richieste di finanziamento che dovranno essere inoltrate al PON Sicurezza del Ministero dell'Interno e alla Comunità Europea per recuperare le risorse finanziarie indispensabili per riconvertire e valorizzare l'enorme patrimonio immobiliare. "E' sotto gli occhi di tutti – ha affermato il vicesindaco Salvino Caputo, assessore ai Beni Confiscati- che il recupero e la valorizzazione di molte strutture sottratte a Cosa Nostra, hanno creato, negli anni, lavoro e sviluppo economico nel nostro territorio, oltre che rappresentare un forte segnale di legalità. Questa iniziativa di realizzare il piano triennale dei beni confiscati, si inserisce nel progetto avviato dall'Ufficio speciale per la Legalità della Regione Siciliana che sta portando avanti un programma per l'utilizzo dei fondi comunitari per la riconversione dei beni sottratti alla criminalità organizzata".

"E' chiaro comunque – ha continuato Caputo - che in questo piano di investimenti coinvolgeremo il Consorzio "Sviluppo e Legalità" che da sempre rappresenta un modello pilota il cui esempio è stato seguito da tante amministrazioni italiane". Fra i beni oggetto degli interventi: case e terreni confiscati a Leoluca Bagarella, immobili confiscati a Baldassare Di Maggio, Bernardo Bommarito, Vincenzo Piazza, Angelo Siino, Andrea Di Carlo e Giuseppe Balsano.