Crisi del settore vitivinicolo: assemblea di protesta a San Cipirello

Caputo: "Si rischia il collasso del comparto"

SAN CIPIRELLO, 10 agosto - "Nasce gia' condizionata dalla crisi la vendemmia 2011. Il basso prezzo delle uve e il caro gasolio hanno determinato la forte reazione degli agricoltori della valle dello Jato molti dei quali hanno deciso che si asterranno dal vendemmiare rinunciando a mesi di lavoro spesi sui campi". E' quanto emerso a seguito di una riunìone tenutasi a San Cipirello alla quale hanno preso parte agricoltori provenienti dalla province di Palermo e Trapani.

A dichiararlo e' Salvino Caputo, parlamentare regionale del Pdl e presidente della commissione legislativa Attivita' Produttive dell'Ars che ha partecipato alla manifestazione di protesta, unitamente a molti amministratori comunali. La manovra finanziaria e l'assestamento di bilancio voluti dal governo Regionale, nonostante la proteste dell’opposizione, non ha previsto alcuna misura a sostegno del comparto vitivinicolo e le associazioni dei produttori avevano denunciato con largo anticipo la crisi del comparto vitivinicolo.

Si poteva intervenire - ha continuato Caputo - utilizzando le risorse del piano di sviluppo rurale che in atto e' quasi totalmente bloccato, emanando una serie di bandi a sostegno del settore o attraverso la concessione di contributi per abbattere il costo del gasolio così come e stato fatto per la pesca . E' stato proclamato uno stato di agitazione dell'intero settore e non si escludono clamorose iniziative di protesta per richiamare l'attenzione del Governo Regionale».

Caputo, oltre ad avere presentato una interrogazione al Presidente della Regione ha chiesto all'Assessore Regionale all'Agricoltura, Elio D'Antrassi, di convocare con urgenza un tavolo tecnico alla presenza delle associazioni di categoria, degli agricoltori e produttori per adottare misure immediate a sostegno del comparto. «La riduzione della produzione derivante dagli alti costi - ha concluso Caputo - andra' a tutto vantaggio delle importazioni estere che in questo modo trarrano enormi vantaggi, promuovendo vini a basso costo di prduzione che determinera' una insostenibile concorrenza con i prodotti vitivinicoli locali. Temo - ha concluso Salvino Caputo - che si rischi il collasso del settore e una nuova crisi occupazionale».