Incendio di Casaboli, necessario l'aiuto della Regione

Dina: "Programmare gli interventi dopo il disastro"

MONREALE, 11 agosto – Dopo “l’inferno” di giovedì scorso, quando si bruciarono più di venti ettari del bosco di Casaboli, arriva il momento di andare a vedere di che portata sono i danni del rogo, di certa natura dolosa.

In fumo è andato un terreno di boschi, considerato un vero e proprio polmone verde per Monreale, ma pure per il su o comprensorio. Una valvola di sfogo verde, assieme a San Martino delle Scale, per chi sente l’esigenza di respirare aria pura o di fare sano sport in mezzo alla natura.

Ma se un danno c’è stato (e come se c’è stato) è necessario intervenire per innanzitutto capirne la portata e successivamente individuarne eventuali rimedi.

Un’opera che il Comune, per mezzi finanziari ed organizzativi, da solo non può fare.

«E’ necessario investire la Regione – commenta l’assessore comunale alla protezione Civile, Nino Dina – Occorre verificare quali conseguenze sul sistema idrogeologico il disastro della settimana scorsa possa avere. Dopo di che appare necessario programmare eventuali interventi da realizzare, non dimenticando mai la prevenzione».

Probabile che Le alte temperature abbiano determinato un mutamento del terreno mentre in alcune aree sono scomparse le vegetazioni che con le radici creavano un sistema di argine e contenimento. In questi giorni i tecnici del Comune dovranno relazionare per avere le idee più chiare.

Sulla necessità di investire la Regione negli interventi di ripristino concorda pure il vicesindaco Salvino Caputo: «Ho chiesto all' Assesso regionale al Territorio e Ambiente, Gian Maria Sparma - dichiara Caputo - di disporre analogo sopralluogo con i tecnici regionali e di convocare con urgenza una riunione per accertare il livello di pericolosità dell’intera area ed inserirla nei programmi di interventi su aree dissestate da finanziare con fondi comunitari, anche perché attendiamo da oltre quattro anni gli interventi da realizzare a San Martino a seguito di devastanti incendi».