Crisi di governo, naufraga al Senato il tentativo di Draghi

Alla defezione dei Cinque Stelle si aggiunge il dissenso di Forza Italia e Lega per la risoluzione Casini. Si apre la strada al voto anticipato

ROMA, 20 luglio – Una giornata intensa al Senato della Repubblica è quella che si è consumata quest’oggi. Stamattina, dopo l’apertura dei lavori con il discorso del presidente del consiglio Mario Draghi, ha preso il via il dibattito in aula sulla fiducia all’esecutivo.
 

In attesa della risoluzione della maggioranza si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti di tutti gli schieramenti parlamentari. Per il presidente Mario Draghi - come ribadito nel suo discorso - l’Italia ha bisogno di un governo capace di muoversi con efficacia e tempestività. In particolare, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un’occasione unica per migliorare la crescita di lungo periodo del paese, creando opportunità per i giovani e le donne e sanando le diseguaglianze a partire da quelle tra Nord e Sud.

Disomogenea è stata la riposta dei partiti politici, anche di quelli maggioritari, con Lega e Forza Italia dichiaratisi subito pronti a un nuovo governo Draghi ma senza il Movimento Cinque Stelle, Fratelli D’Italia pronta ad andare a votare, Italia Viva e Partito Democratico pronti a sostenere incondizionatamente l’esecutivo e il Movimento Cinque Stelle, invece, fermo sulle proprie posizioni e sui famosi nove punti, transizione ecologica e politiche sociali in testa, consegnati a Draghi dopo la crisi conclamata senza i quali non sarebbe stato possibile pensare a nessun governo di unità.

Dura la replica di Mario Draghi arrivata alle 17 in punto dopo la sospensione dei lavori. Il capo dell’esecutivo ha ringraziato tutti quanti hanno collaborato con il suo governo, ribadendo il suo pieno riconoscimento della democrazia parlamentare a tutti i senatori che avevano messo in discussione proprio questa posizione alludendo a una richiesta di “pieni poteri” da parte di Draghi stesso.

Quest’ultimo ha chiuso il suo intervento ponendo a sorpresa la questione di fiducia non sulla risoluzione del centrodestra ma sulla quella depositata dal senatore Casini concernente l’approvazione delle sue comunicazioni, rinunciando alla possibilità di accogliere la proposta arrivata dal centrodestra di un nuovo governo senza i Cinque Stelle.

Dopo le dichiarazioni di voto, dunque, è stata aperta la votazione per la fiducia che tra senatori assenti, presenti e non votanti e assenti preannuncia di fatto il fallimento della sua richiesta di un governo di unità nazionale così come concepito all’inizio del suo primo mandato di governo. La risposta positiva alla crisi di governo in Senato non è dunque arrivata nei termini progettati dal presidente Draghi che ha lasciato l'aula all'inizio del voto per cui lo scenario di elezioni anticipate si fa sempre più vicino.