Riparte da Monreale la protesta del "Movimento dei Forconi"

Da domani cominceranno i presìdi a piazza Indipendenza

MONREALE, 5 febbraio - Monreale ha ospitato una delle anime del movimento dei Forconi, quella che fa capo Martino Morsello che da villa Savoia, ieri, ha indicato quali saranno i prossimi obiettivi della protesta: palazzo D'Orleans e palazzo dei Normanni.

I luoghi del potere politico dove, secondo le recriminazioni dei Forconi, sarebbe stata tradita l’Autonomia dello Statuto siciliano, defezione che avrebbe causato il declino dell’Isola relegandola al ruolo di colonia d’Italia. A fare da padrone di casa il monrealese Francesco Tusa, simpatizzante del movimento. Anche il sindaco Filippo Di Matteo ha portato il proprio saluto. «Non possiamo ignorare – ha detto Di Matteo – il grido di aiuto che arriva dai siciliani, se tante persone provenienti da ogni parte della Sicilia sono qui è per le difficoltà che vivono a causa della crisi economica. Il movimento dei Forconi troverà sempre ospitalità a Monreale per manifestazioni di protesta civili e pacifiche come questa».

Costi insopportabili del carburante, atteggiamenti draconiani di Equitalia, contributi all’agricoltura in ginocchio che non arrivano mai, continuano ad essere il denominatore comune del movimento di protesta che serpeggia in Sicilia ma le divisioni interne ormai sono demarcate e vedono schierati, su due versanti contrapposti, Morsello e Mariano Ferro. «L’obiettivo principale – ha detto Morsello – è mandare a casa il governatore Raffaele Lombardo e l’intera classe politica siciliana che ha distrutto la nostra economia. Da lunedì (domani per chi legge, ndr) inizieremo i presidi a piazza Indipendenza, davanti la sede della Presidenza della Regione e prepareremo la strategia di assalto al Palazzo. Mentre l’Italia ci ha ignorati continuiamo a ricevere molta attenzione da ogni parte del mondo. Oggi, chiediamo ai siciliani di unirsi davanti al forcone e di impugnarlo per la libertà. Il monito a proseguire ci arriva soprattutto dalle donne, disperate di fronte a figli disoccupati che dormono fino al pomeriggio».

Il passaggio successivo auspicato dal movimento è trasferire l’azione di protesta nei comuni, così da tenere sotto pressione i consiglieri comunali e gli amministratori locali.