Regionali 2012: all'Ars vanno Caputo, Dina e Lo Giudice

Sono ben tre i monrealesi che siederanno a Sala d'Ercole

MONREALE, 30 ottobre – Saranno tre i monrealesi eletti all'Assemblea Regionale Siciliana. E' questo il risultato, lusinghiero per la città, al termine della lunga giornata di spoglio, nella quale non sono mancate le sorprese ed anche le emozioni.

A Sala d'Ercole si confermano Nino Dina (Udc) e Salvino Caputo (Pdl), metre per la prima volta vi entrerà Salvo Lo Giudice (Musumeci presidente). Ed è proprio questa la (gradita) sorpresa per la città. Non perché il 47enne medico urologo originario di Ribera non fosse accreditato di un buon risultato alla vigilia, ma perché, proprio per essere alla sua prima candidatura, giocava il ruolo di outsider. Un ruolo che ha giocato al meglio e che gli ha consentito di centrare il risultato.

Nulla da fare, invece, per Toti Zuccaro (Pd), che a Palermo ed in provincia non ha ripetuto il bell'exploit che ha fatto a Monreale, dove con millecinquecento voti è stato il candidato più votato. Lontanissimo da Sala d'Ercole pure Giovanni Palma (Fli). E risultati poco confortanti per Maria Daniela Miceli, che ha collezionato 270 voti di preferenza, in una lista che per la verità ne ha racimolati un po' più del doppio.

Risultato centrato, ed anche con relativa facilità, per Nino Dina, che già dalle prime ore del pomeriggio metteva una seria ipoteca sul suo ritorno a Palazzo dei Normanni. La festa, al suo comitato elettorale di piazzetta San Castrense, alle 18,30, quando i suoi sostenitori hanno fatto saltare il tappo dello spumante, come documentano le nostre foto. Per lui poco più di diecimila voti.

«E' una grande gioia – sono state le prime parole di Dina – In questo momento di calo e di antipolitica l'Udc stato premiato. È la dimostrazione che se si lavora, consapevolezza, senso di responsabilità e serietà il consenso non viene meno».

Vittoria sofferta, invece, per Salvino Caputo, che malgrado il poco lusinghiero risultato di Monreale, è riuscito ad occupare la terza posizione della lista del Pdl, alle spalle di Cascio e Scoma, attestandosi in posizione utile per tornare all'Ars con quasi seimila votivi preferenza. Una vittoria, frutto soprattutto di una buona affermazione in provincia, considerato che a Palermo i suoi diretti concorrenti avevano ottenuto numeri forti.

«E' il risultato di cinque anni di impegno che premia una politica fatta per il territorio e vicino alla gente. Ringrazio la mia famiglia, i miei collaboratori e tutti gli amici che mi hanno sostenuto con coraggio ed affetto. A loro dedico questa grande vittoria».

Raggianti Salvo Lo Giudice e tutto il suo staff. Il rappresentante di "Musumeci presidente" ha raccolto quasi novemila voti, sbaragliando il campo della sua lista con un'affermazione a Palermo che ha spazzato via tutti.

«La gente ha capito – ha detto lo Giudice prima di stappare lo spumante in piazza Vittorio Emanuele – che era indispensabile un rinnovamento presentando persone pesete e credibili. È stato un segnale forte, un voto di protesta attraverso me. È mia intenzione radicarmi a Monreale e lavorare per tutto il territorio, anche per chi non mi ha votato. La Sicilia ha bisogno di aiuto ed è necessario rimboccarci le maniche, al di là degli schieramenti, con scelte forti».

In casa Idv, invece, si analizza il risultato non certo esaltante, addossando alcune delle colpe al cambiamento in corso d'opera del candidato presidente: «Ha disorientato gli elettori – dice Maria Daniela Miceli – E' chiaro, inoltre – che l'ondata grillina si è accaparrata il voto di protesta e ci ha tolto almeno due punti percentuali. Tanti candidati, anche se con pochi voti ciascuno, sono entrati a Monreale. Abbiamo ottenuto poco nelle frazioni». Daniela Miceli si consola con il fatto di essere la prima donna della lista, raggiungendo una posizione di metà classifica tra i candidati di Idv.

 

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