Spesa razionale e no all'aumento delle tasse. Undici consiglieri lanciano un messaggio all'amministrazione

"Meglio distribuire gli aumenti su vari tributi e non stangare la Tarsu"

MONREALE, 9 novembre – "Abbiamo proposto un confronto per razionalizzare la spesa, ma l'amministrazione si è sottratta, scegliendo soltanto la strada dell'aumento delle tasse locali. Quindi non siamo certo noi gli irresponsabili".

Questo messaggio hanno voluto lanciare gli undici consiglieri comunali che stamattina hanno spiegato le ragioni del loro no alla politica dell'aumento dei tributi proposto dalla giunta a guida Di Matteo.

La conferenza stampa era stata indetta ieri dai consiglieri Massimiliano Lo Biondo, Luigi D'Eliseo, Salvino Mirto, Giovanni Sirchia, Giuseppe Di Verde, Rosario Li Causi, Sandro Russo, Santo D'Alcamo, Beni Di Nicola, Ignazio Davì e Mimmo Gelsomino.

Un messaggio forte, diretto all'amministrazione comunale, col quale i consiglieri hanno voluto sottolineare, cifre alla mano, come si sarebbe potuto procedere, nel corso dell'intera legislatura, ad un'efficace politica di riduzione dei costi ed invece, malgrado diversi solleciti, la giunta abbia optato per la soluzione dell'aumento delle imposte.

Vediamoli, allora, questi numeri che secondo l'analisi dei consiglieri avrebbero potuto conferire una fisionomia diversa alla situazione finanziaria del Comune.

La mancata installazione dei pannelli fotovoltaici negli edifici pubblici, per esempio, avrebbe potuto portare ad un risparmio di 600 mila euro, contro l'attuale milione e ottantamila euro che rappresenta il costo di approvvigionamento elettrico. Eccessiva la spesa telefonica, hanno detto ancora, che attualmente grava per 163.300 euro sulle casse comunali, così come quella del noleggio di automezzi, per i quali l'amministrazione spende 59 mila euro l'anno. Un'altra voce che incide in maniera pesante è quella dell'affitto locali, per i quali il Comune scuce annualmente più di 320 mila euro.

Ma la "parte del leone" dell'impiego dei fondi comunali la fa, come sempre, quella delle spese per la gestione dell'Ato. Spese che nel 2003 avevano un costo di circa 3,2 milioni di euro e sono arrivate adesso a circa 7,8. "Non è certo solo colpa dei costi del personale" è la teoria dei consiglieri. A fare lievitare a dismisura i costi è stato l'eccessivo ricorso ai noli, ultimo dei quali qualche giorno fa, proprio quando gli operatori dell'Ato non percepivano lo stipendio da tre mesi, non si trovavano i soldi per la discarica e per il carburante e che i dipendenti comunali non percepivano lo stipendio da due mesi.

Venendo all'ultima vicenda, quella della bocciatura delle aliquote Imu, i consiglieri hanno detto a chiare lettere che sarebbe stato giusto, a loro parere, sopperire al mancato introito derivante dall'Imu incidendo non soltanto sulla Tarsu, maggiorata del 50%, ma su tutte le tasse locali, scelta che probabilmente sarebbe stata meno dolorosa.

Scegliendo la strada della stangata Tarsu, invece, l'amministrazione comunale conta di incassare più di 6,2 milioni di euro, una cifra che coprirebbe interamente il costo del servizio dello smaltimento, cioè proprio come deve fare un Comune in dissesto e questo Monreale, almeno formalmente, non lo è, perché il sindaco Di Matteo non lo ha dichiarato.