Un contributo personale alla festa del Crocifisso? Così è solo una provocazione

Coro di no alla proposta lanciata dal sindaco Di Matteo

MONREALE, 19 aprile - A che punto è la proposta lanciata qualche giorno fa dal sindaco Filippo Di Matteo agli esponenti politici locali di mettere mano in tasca e di contribuire concretamente dal punto di vista economico all'organizzazione della festa del SS.Crocifisso?

A giudicare da come la pensano i diretti interessati, più che una proposta, l'idea di Di Matteo ha tutta l'aria di una vera e propria provocazione. Il sindaco, la sua giunta ed un gruppo di consiglieri che compongono la sua maggioranza, avevano fatto sapere di rinunciare all'indennità di maggio per contribuire economicamente all'organizzazione della festa. Il primo cittadino, inoltre, aveva invitato gli altri esponenti politici cittadini a fare altrettanto.

Praticamente in coro, coloro che sono stati chiamati in causa non hanno gradito il modo con cui la proposta è stata avanzata. "Credo che un'amministrazione comunale - è il pensiero di Salvino Caputo, deputato regionale - abbia il dovere di reperire in maniera diversa i finanziamenti, dialogando con la Provincia e con la Regione e non lanciando provocazioni fini a se stesse. Personalmente mi sono speso come ho sempre fatto. Faccio sapere, anzi, al riguardo, che sono riuscito ad ottenere cinquemila euro dall'assessore all'Agricoltura Dario Cartabellotta per la realizzazione di iniziative enogastronomiche in occasione della festa ai quali se ne aggiungeranno altri diecimila, erogati dall'assessore al Turismo, Michela Stancheris. Ritengo, pertanto, di aver fornito il mio contributo alla festa del SS.Crocifisso, così come ho fatto per la sagra del carciofo a Cerda".

Chi afferma di voler contribuire, ma di non aver gradito il modo è l'altro deputato regionale, Salvo Lo Giudice. "Contribuirò alla festa del SS.Crocifisso, che certamente costituisce una tradizione da salvaguardare - afferma il rappresentante dei Democratici Riformisti per la Sicilia - ma non perchè me lo chiede il sindaco e soprattutto lo farò in silenzio, senza i clamori dei media. Credo che se un aiuto deve essere chiesto deve essere chiesto per cose essenziali e non per la festa. Evidentemente l'amministrazione non riesce a garantire la festa, ma questa richiesta non ha senso".

"In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo - esclama il consigliere provinciale, Giuseppe Mortillaro - credo che un contributo vada chiesto, eventualmente, per i nostri bambini e per le scuole carenti che frequentano. Se devo devolvere una cifra, lo faccio solo per le scuole. La festa sia soloreligiosa, che è l'aspetto principale al quale tengono davvero i monrealesi".

Sul fronte del no anche Toti Zuccaro, anche lui consigliere provinciale. "Non sono d'accordo, quella del sindaco - dice è solo una provocazione bella e buona".

Chi, invece, si dice disponibile a devolvere la sua indennità mensile alla festa è il consigliere comunale Mario Caputo. "Sono favorevole a destinare la mia indennità all'organizzazione della festa - dice - anzi mezza - considerato che l'altra metà, già da alcuni mesi, la devolvo alla Caritas. Resto dell'idea, però, che un'amministrazione debba cercare degli altri canali di finanziamento. Mi farebbe piacere, però, se la giunta decidesse di devolvere costantemente la sua indennità a problematiche più importanti per il paese".

Le posizioni dei vari esponenti politici si delineano in un momento in cui il nuovo vescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, ancor prima di arrivare, fa conoscere la propria posizione in merito: "La crisi economica - ha detto il presule - ci aiuta a punta sull'essenziale, sulla devozione a Gesù Crocifisso, Meglio un segno di solidarietà, togliendo qualche manifestazione che con al crisi non ha senso. occorre più sobrietà, spendendo meno per fuochi d'artificio e ed aiutare le famiglie che hanno più bisogno".