Piano anti corruzione, da più di dieci mesi il Comune è inadempiente

Di Salvo: "Una mancanza grave. Non solo adempimento normativo, ma strumento qualificante"

MONREALE, 5 ottobre - "A più di 10 mesi dall'entrata in vigore delle legge sulla prevenzione e repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione, il Comune di Monreale risulta ancora una volta inadempiente". Lo afferma Vittorio Di Salvo, candidato alle primarie del Pd.

Sull'argomento le amministrazioni locali erano tenute ad adottare il piano anticorruzione entro il31 marzo scorso. Un piano che deve essere approvato dall'organo d'indirizzo politico, su proposta del responsabile della prevenzione della corruzione, che la legge individua nel segretario comunale, o altro dirigente motivatamente nominato in alternativa.

Il responsabile deve esperire le procedure per formare e selezionare i dipendenti destinati ad operare nei settori particolarmente esposti alla corruzione, come ad esempio il settore Lavori Pubblici e Urbanistica, ed eventualmente prevedendo la rotazione delle competenze, proprio per evitare fenomeni corruttivi. "La mancata nomina è molto grave - dice ancora Di Salvo - perché inerisce anche ad altre competenze all'interno dell'Ente, come quello della trasparenza, il cui responsabile coincide con quello della prevenzione e della corruzione.

La legge anticorruzione non fissa nuove regole di legalità, ma si preoccupa di farle rispettare. Essa, per la prima volta, è indirizzata agli uffici. L'indicazione delle materie e settori particolarmente esposti alla corruzione, oltre ad essere fissata in alcune ipotesi dalla legge in modo tassativo, è rimessa alla valutazione ponderata dei dirigenti che potranno in tal modo adeguare il piano alla realtà del proprio Ente. Nel piano s'instaura un rapporto diretto tra cittadino e Comune; egli controlla l'iter istruttorio del proprio procedimento amministrativo e le decisioni assunte dall'Ente, tramite i dati pubblicati nel sito web istituzionale. La tracciabilità del procedimento amministrativo costituisce un obbligo del piano come anche la digitalizzazione dello stesso e l'utilizzo della posta elettronica certificata, gli uffici che non devono più utilizzare la carta per scriversi tra loro.

I Dirigenti - prosegue l'esponente Pd - monitoreranno l'attuazione del piano, verificando il rispetto dei termini e l'utilizzo della posta elettronica quale metodo di dialogo con i cittadini; analizzeranno le attività a rischio corruzione; e diventano artefici del controllo di gestione, nel senso di proporre i procedimenti ( obiettivi e indicatori); propongono la formazione dei propri dipendenti; e soprattutto controllano se sono commessi illeciti ed applicano le sanzioni. Il piano anticorruzione - conclude Di Salvo - non deve essere solo un adempimento normativo, ma anche e soprattutto uno strumento per qualificare l'amministrazione comunale e renderla una volta e per tutte un'istituzione assolutamente trasparente dedita al perseguimento dell'interesse collettivo, alla tutela del bene comune e dei diritti dei cittadini".