Premio Oscar 2020, il sogno americano di un giovane siciliano

Nicola Rinciari ha cominciato la sua attività al Liceo Umberto I di Palermo

PALERMO, 24 settembre – Palermo, Liceo classico Umberto I. Inizia qui il percorso artistico di un giovanissimo nostro conterraneo che molto presto ha trovato nella magia del cinema il mezzo per esprimere talento e capacità tecniche di prim’ordine.

Talento riconosciuto ora anche dalla commissione selezionatrice dello “Student Academy Awards”, ovvero la sezione del premio Oscar riservata a film realizzati da studenti delle università di tutto il mondo; l’edizione 2020 lo vede infatti fra i sei giovani autori che hanno ricevuto la nomination, selezionati fra oltre duemila concorrenti, con il cortometraggio Our side”, girato a Palermo nello scorso mese di dicembre. Il suo nome è Nicola Rinciari, 22 anni, e solo poche settimane fa ha conseguito negli Stati Uniti la laurea in Film e TV, con specializzazione in regia, presso l’università di Savannah, Georgia.

Il Liceo Umberto, dicevamo, è stato protagonista iniziale di questa bella storia di crescita artistica e umana; fra i primi cortometraggi di Nicola, infatti, due sono stati girati nelle aule e i corridoi dell’Istituto in cui ho il piacere di insegnare ormai da molti anni. Sono stati realizzati con il contributo dei compagni di classe, trasformati da Nicola in una vera ed efficientissima troupe cinematografica che ha coperto tutti i ruoli tecnici normalmente riservati a professionisti del settore.

Uno in particolare, “The Sailing Ship”, gli è valso l’accesso al Savannah College of Art and Design (SCAD) e vede come protagonisti me e Costanza La Bruna nei ruoli del padre e della figlia. Costanza, bravissima attrice e artista polivalente, è figlia di Paolo La Bruna, attore monrealese stimatissimo e di grande esperienza teatrale e cinematografica. Anche per “Our Side” Nicola mi ha chiesto un piccolo contributo, per me motivo di grande soddisfazione, solo “in voce” visto che nei giorni delle riprese mi trovavo fuori sede.

     Fra i protagonisti questa pellicola vede un mito del teatro e del cinema italiano, il Maestro Ugo Pagliai nei panni di un anziano sofferente e bisognoso di assistenza. Accanto a lui, la statunitense M.K. Smith nel ruolo della badante extracomunitaria e la palermitana Roberta Giarrusso in quello della figlia.

     Ho raggiunto in video conferenza Nicola Rinciari, che si è intanto trasferito a Los Angeles, e gli ho chiesto di raccontarmi questa avventura umana, artistica e professionale che si snoda fra gli esordi al liceo Umberto di Palermo, l’Università di Savannah e ora Los Angeles.

  • Gli anni al liceo

“Sono stati anni bellissimi e fondamentali sia dal punto di vista umano che artistico e culturale e sono stati la base di partenza per tutto ciò che è venuto dopo all’Università di Savannah: le amicizie di quegli anni e lo studio delle lingue classiche, come pure come delle discipline scientifiche, diventano i veri mattoni con cui si costruisce ciò che viene dopo. Le materie tecniche che si apprendono all’università, come la direzione degli attori, possono essere sviluppate grazie a quel bagaglio che ti guida, ad esempio, nel costruire una storia e a comunicare efficacemente”.

  • Raccontare una storia

“All’inizio dello sviluppo di ogni storia uno dei pensieri fissi è: cosa ne ricaverà il pubblico? Parto allora da un tema specifico, che viene poi filtrato all’interno di una narrazione drammatica, cercando di capire cosa davvero arriva al pubblico che, ovviamente, non sa nulla di questo processo e conosce solo la parte drammatica che gli proponiamo. Cosa capirà di questa storia? Quali elementi trarrà? Tutti dovrebbero essere messi in condizione di trovare un significato in quello che stanno vedendo. La paura iniziale più grande è che lo spettatore lo trovi un contenitore vuoto. Io sono un grande fan della Pixar che riesce benissimo, con le sue storie animate, a raccontare delle cose che sono apparentemente semplici e che poi risultano comprensibili a vari livelli da una fetta di pubblico molto ampia, sia bambini che adulti. L’auspicio è che ciascun spettatore si immedesimi nel protagonista della storia”.

  • Perché Savannah

     “È stata una coincidenza. Io non ero mai stato negli Stati Uniti prima dell’università e avrei potuto scegliere qualche altra sede dove ero stato ammesso grazie al mio cortometraggio “The Sailing Ship”. Proprio in quei giorni sul Venerdì uscì un articolo che parlava sia di Atlanta in Georgia, la “Hollywood del sud” dove in quel periodo stavano per iniziare le riprese di “Spyderman homecoming”, che dell’università di Savannah da cui provenivano i cineasti e le maestranze impegnate nelle riprese. Questo la rendeva particolarmente appetibile perché studenti e docenti vengono impiegati sul set, con un approccio molto pratico, e perché il piano di studi prevedeva discipline e attività che erano esattamente ciò che cercavo. Fra i docenti ho avuto come capo dipartimento il notissimo D.W. Moffet che, fra le tante, ha recitato in “Io ballo da sola” di Bertolucci e che per me è diventato un importantissimo punto di riferimento non solo artisticamente. Inoltre, sulla base del mio curriculum e della valutazione del cortometraggio “The Sailing Ship”, mi è stata data la possibilità di accedere a una borsa di studio che mi ha dato modo di rimanere lì e studiare per quattro anni.”

  • I migranti, tema di “Our Side”

   “L’idea ti trattare questo argomento è nata in Italia, durante una mia permanenza a Palermo, come risposta a certe politiche che in quel momento sembrava prendessero piede più di quanto accade oggi. Trovavo che ci fosse una grande contraddizione fra queste politiche e la storia stessa della Sicilia e dei siciliani sparsi per il mondo. Anche io, in fondo, sono un migrante ed è un tema che mi tocca profondamente”.

  • Ugo Pagliai

“Ugo Pagliai è stato meraviglioso. Il primo giorno, sul set, avevo persino paura di incontrarlo, perché lui non sapeva esattamente quanti anni avessimo io e i componenti della troupe. Invece mi ha abbracciato e ci ha detto: < Voi siete il futuro! >, ed è stato per tutti quanti un vero piacere lavorare con lui. Lo conoscevo di fama, lo avevo visto recitare due volte al Teatro greco di Siracusa dove ero andato con la scuola per le rappresentazioni classiche. Rimasi impressionato entrambe le volte, un livello assolutamente superiore che faceva subito capire che era di un’altra “stoffa”. Il personaggio in “Our Side” non era per niente facile in quanto ha un forte carattere ma è anche capace di grande dolcezza. Così pensai a Ugo Pagliai, che riesce secondo me a coniugare questi due aspetti in modo magistrale. Abbiamo quindi contattato il suo agente e inviato la sceneggiatura chiedendo di fargliela leggere; dopo due settimane abbiamo ricevuto la mail che ci comunicava la sua diponibilità a venire a Palermo e girare “Our Side”. Ero davvero molto emozionato all’inizio delle riprese, ma con lui è stato davvero facile intendersi. Anche Roberta Giarrusso, nel ruolo della figlia, è stata bravissima a interpretare un ruolo per niente facile e a familiarizzare subito con tutti i componenti della troupe”.

  • Non solo Palermo

“Noi cercavamo di rappresentare una storia che fosse sì ambientata a Palermo, ma che fosse metafora di un fenomeno che va ben oltre i suoi confini. Qui negli Stati Uniti, ad esempio, vediamo le stesse situazioni nei confronti del Messico con il muro in costruzione lungo il confine. Abbiamo ritenuto che Palermo, nel momento in cui abbiamo girato, fosse esemplificativa di ciò che stava avvenendo a livello globale. E così è stato: chi qui in America ha visto il cortometraggio è rimasto molto coinvolto emotivamente, nonostante fosse girato in italiano oltre che in inglese, come se fosse stato girato vicino a casa propria”.

  • Concorsi cinematografici

“Our Side” ha già partecipato fuori concorso al “Festival dei tulipani di seta nera”, realizzato in collaborazione con Rai Cinema, ottenendo il premio della giuria “Sorriso diverso”.

 

  • Student Academy Awards”

“È considerato l’Oscar giovanile. In passato è stato vinto da registi divenuti importanti come Spike Lee e Robert Zemeckis, e dà la possibilità a giovani registi di entrare davvero nell’industria cinematografica. Abbiamo inviato il corto alle selezioni del premio, ma non ci aspettavamo di superare una selezione così difficile. A luglio ci hanno comunicato che avevamo superato il primo round di selezione insieme a una novantina di altri concorrenti. Ad agosto, del tutto insperata, è arrivata la comunicazione che eravamo fra i sei finalisti nominati per il premio. La premiazione avverrà qui a Los Angeles il 15 ottobre”.

  • Progetti

“Per il futuro la mia prospettiva è quella di mettere in scena storie e argomenti della realtà che ci circonda, portando alla luce temi che coinvolgono tutti noi ma visti da una prospettiva diversa da quella immediatamente percepita. Il cinema di oggi, secondo me, dovrebbe aiutare a immedesimarsi nelle storie e quindi anche nella sofferenza degli altri”.

Non posso, in conclusione, che augurare a Nicola di andare avanti sempre con questo spirito e questa voglia di dire la propria su temi così attuali come ha fatto con “Our Side”, cortometraggio per il quale non possiamo che incrociare le dita in attesa del 15 ottobre quando a Lo Angeles si terrà, quest’anno on line, la cerimonia di assegnazione degli Student Academy Awards”. Sono certo già da alcuni anni che sentiremo molto parlare di Nicola Rinciari, e un grande traguardo è già in vista…