Corso Calatafimi, botte alla moglie, arrestato 51enne

L'uomo, dopo l'ennesima lite, è stato condotto all'Ucciardone

PALERMO, 16 settembre - La Polizia di Stato, ieri pomeriggio, ha tratto in arresto un 51enne palermitano, responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia e resistenza a Pubblico Ufficiale. Intorno alle 17:30, gli agenti appartenenti all'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, durante il servizio di pattugliamento del territorio, si sono recati, su disposizione della locale Sala Operativa in corso Calatafimi, dove era stata segnalata una lite in famiglia.

Immediatamente sul posto, i poliziotti hanno preso contatti con una donna e i suoi figli, i quali, a seguito dell'ennesima lite, hanno raccontato di avere da tempo maturato problemi con il proprio marito e genitore.
La versione è sembrata esser verosimile, in quanto confermata, tra l'altro, dall'atteggiamento dell'uomo che ha cominciato ad urlare ed offendere la congiunta, nonostante la presenza dei poliziotti, accusandola di avere chiamato le Forze dell'Ordine.

Secondo la versione della vittima, non era la prima volta che il marito si sarebbe reso responsabile di comportamenti violenti all'interno delle mura domestiche: i comportamenti dell'uomo si sarebbero sostanziati nell'esercizio di una vera e propria soggezione nei confronti della moglie, vessata con insulti e maltrattamenti.
Il desiderio di spezzare la spirale di violenza dentro la quale la donna ormai viveva, quasi da prigioniera, ha portato la signora a denunciare quanto subito, ormai da tempo, alle Forze dell'Ordine.

La coraggiosa decisione non è stata, come prevedibile, gradita al marito che, appena saputo della denuncia presentata nei suoi confronti dalla moglie, l'avrebbe colpita al piede con una sedia e solo l'intervento dei figli, attoniti testimoni dell'ulteriore eccesso di aggressività dell'uomo, avrebbe impedito più gravi conseguenze.
Alla luce di quanto emerso, gli agenti, con non poche difficoltà, hanno tratto in arresto il 51enne palermitano che, nel frangente, incurante della presenza degli agenti, ha minacciato di morte i propri familiari.

L'autorità giudiziaria, informata dell'accaduto, ha stabilito che l'uomo fosse condotto nel carcere dell'Ucciardone in regime di vita comune.